Reggio Emilia 25 ottobre 2016
Il ritorno di Dario Maltese è coinciso con la ritrovata vittoria. La Reggiana torna a sognare e il centrocampista palermitano può esultare.
«Io lavoro ogni settimana dando il massimo per ripagare la fiducia dell’allenatore e della società. Il mister a Padova ha scelto diversamente e mi sono accomodato in panchina senza polemiche. Per me l’importante è che, chiunque scenda in campo, dia tutto e sia sempre sul pezzo.
All’interno del gruppo c’è una sana competizione: chi parte titolare sa di dover fare bene perché in panchina ha un compagno di reparto altrettanto valido e pronto a subentrare».
Con la Maceratese la squadra non ha rischiato più del dovuto?
«Per il nostro tipo di gioco siamo portati ad avere sempre il predominio del possesso palla e a volte capita di sbagliare: concedere qualche tiro o contropiede è quasi normale. Non mi ricordo tante parate di Perilli nelle ultime gare, tralasciando i due gol subiti nel posticipo col Padova».
Si sente un giocatore diverso da quando è arrivato due anni e mezzo fa?
«Penso di essere maturato molto dal punto di vista mentale: adesso riesco a leggere alcune situazioni che prima facevo più fatica a vedere».
Preferisce fare il mediano o la mezzala?
«Mi piace più stare davanti alla difesa perché sono portato a prendermi responsabilità anche molto importanti. Mi definisco un mediano atipico: amo il dribbling e il tiro dalla distanza».
Sabato c’è la partita con il Mantova: possiamo definirlo un esame di maturità?
«E’ una gara importante soprattutto per dare continuità di risultati e fare un bel regalo ai tifosi. In trasferta abbiamo fatto più fatica e a dirlo sono i pochi punti che abbiamo raccolto. E’ arrivato il momento per fare grandi cose e dare una svolta al nostro campionato».
Nicolò Dalmonte