Vigili del fuoco, ecco quanto costa chiamarli per le ’non emergenze’

Chiavi dimenticate o nidi di vespe da bonificare? Ecco il tariffario. Il comandante Demma: “Ogni caso viene valutato con buonsenso“

Il comandante dei Vigili del Fuoco  Salvatore Demma

Il comandante dei Vigili del Fuoco Salvatore Demma

Reggio Emilia, 16 luglio 2015 - Hai dimenticato le chiavi e non riesci a entrare nella tua casa vuota? C’è un nido di vespe sul tetto che non mette a repentaglio l’incolumità delle persone? Ora si cambia.

La ‘rivoluzione’ al comando dei vigili del fuoco di via della Canalina fa rima con educazione, senso civico. In pratica, le chiamate che non sono urgenti o non riguardano il soccorso a persone o animali, da un mese a questa parte, si pagano.

La tariffa, oraria, è regolamentata dallo Stato ed è fissa: dipende dal mezzo utilizzato e dal numero di uomini impiegati. Mediamente, l’intervento partirà – costo minimo – da 150 euro euro circa.

E non è una novità, nel senso stretto del termine, dato che la legge in materia risale agli anni Sessanta e già in diverse parti d’Italia – a macchia di leopardo – viene applicata. Ma, nei fatti, sul nostro territorio non era mai stata regolamentata.

Per questo, il nuovo comandante (a Reggio da settembre), Salvatore Demma, 60 anni, originario di Palermo, ha deciso di applicare la normativa. Moduli alla mano, tutto documentato. Come già aveva fatto nel suo precedente incarico al vertice del corpo di Padova.

Il motivo? Non intasare un servizio già costretto a fare i conti con budget ridotti e carenza di personale. E dare assoluta priorità alle emergenze.

COMANDANTE Demma, che cosa sta accadendo?

«Già da alcuni giorni l’utente che richieda un intervento non urgente alla nostra sala operativa viene informato su come sarà svolto il servizio e sui costi che dovranno essere sostenuti. In caso di accettazione il caposquadra giunto in posto illustrerà nel dettaglio le modalità di effettuazione del servizio e di pagamento di quanto dovuto».

Da dove arriva questa scelta?

«Guardi, non si tratta di una novità, anzi. Se pensiamo che la legge in merito risale al 1965, poi aggiornata nel 2006 e che le tariffe sono state fissate nel 2012... L’unico problema è che non c’è mai stata una vera e propria regolamentazione. Anche qui a Reggio, so che in passato qualche intervento è stato fatto pagare, ma non c’era una direttiva univoca».

Perché?

«Credo che il vigile del fuoco, per sua natura, sia restio a far pagare i propri servizi. Storce un po’ il naso. Però è previsto dalla legge. E credo serva ad abituare l’utente a valutare le reali necessità del soccorso, ad evitare abusi e garantire le reali emergenze, viste anche le carenze in organico. Non solo, credo sia anche una questione di equità, non si può far pagare alla collettività un intervento che riguarda solo l’interesse di un privato. Non è giusto. Credo che una pubblica amministrazione vada gestita con imparzialità».

Ci faccia alcuni esempi.

«L’apertura di una porta, se si sono perse le chiavi in discoteca. Un fabbro verrebbe pagato. Noi, per quel servizio, dobbiamo muovere un mezzo, con minimo tre persone sopra. E magari nello stesso momento c’è un’emergenza e si rischia di arrivare tardi».

Oppure?

«La bonifica per un nido di vespa. Se il nido non si trova nella camera di un bambino, ma all’esterno di una casa, si tratta di un servizio specializzato che un professionista farebbe pagare. Sia chiaro che, ovunque però vengano ravvisati dal caposquadra eventuali pericoli o la necessità di soccorso a persona o animale, l’intervento rimarrà sempre assolutamente gratuito. Anche per l’apertura porta o il nido di insetti».

Quali sono questi casi?

«Se dobbiamo aprire la porta perché qualcuno è rimasto chiuso dentro, se all’interno ci sono medicinali importanti che devono essere assunti, se la chiamata arriva da un anziano in difficoltà, se una madre deve accedere per dar da mangiare a un bambino piccolo... Sono tante le possibilità, per questo ogni caso viene valutato con il buon senso dal caposquadra. Non siamo computer e la materia è delicata. Non sempre al telefono si può dare il giusto peso alle situazioni».

E il classico micio sull’albero?

«Noi effettuiamo soccorso agli animali. Diciamo che spesso è più preoccupato il padrone che il gatto... E nella maggior parte dei casi basta mettere un po’ di cibo e scende da solo. Il nostro personale ormai sa benissimo come gestire queste situazioni».

Lei si è insediato a Reggio a settembre e da circa un mese è stata introdotta questa novità. Prima aveva fatto applicare la stessa normativa anche a Padova. Come reagisce la cittadinanza?

«Fino ad ora non ci sono state particolari problematiche. Anche perché i nostri operatori fin dalla prima chiamata spiegano le tariffe. Una volta arrivati sul posto, poi, facciamo sottoscrivere due moduli dove tutto è illustrato nel dettaglio. Devo ammettere, inoltre, che a Reggio le persone sono molto comprensive. Ci sono territori molto più ostici».

Avevate riscontrato un abuso di interventi non urgenti?

«Tenga presente che solo nel 2014, in questa provincia, abbiamo effettuato 1.591 aperture porta. La metà non era di soccorso».

Quanto potrà costare un intervento?

«La tariffa, oraria, è chiarissima. Si pagano il mezzo, il carburante e il personale. Un veicolo piccolo (autopompa serbatoio) costa 55 euro l’ora; sopra ci sarà un vigile qualificato (25 euro l’ora) e due permanenti (23 euro l’ora). Quindi il più banale degli interventi – il minimo calcolato è di un’ora – costerà circa 150 euro».

E se qualcuno facesse il furbetto?

«Al fine di dissuadere i richiedenti da eventuali abusi il personale ha tassativa disposizione di denunciare all’autorità giudiziaria per ‘procurato allarme’ coloro che volontariamente segnalano condizioni di emergenza non veritiere, per ricevere il servizio con maggior celerità e a titolo gratuito».