"Falso il testamento di Agazzani", sequestrati i quadri all’ex leghista Marco Lusetti

Indagato l’ex vicesindaco di Guastalla. Per il pm Pantani non è lui l’erede universale del critico d’arte

Marco Lusetti, già vicesindaco di Guastalla

Marco Lusetti, già vicesindaco di Guastalla

Reggio Emilia, 17 febbraio 2016 – L’eredità Agazzani è diventata un giallo. Sulle volontà del critico d’arte morto suicida a 48 anni il 16 novembre nel suo appartamento di via Farini sono puntati i fari della procura che ha aperto un’inchiesta per «falso in testamento olografo»: l’inchiesta è condotta dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani.

Sul registro degli indagati è finito un amico di Alberto Agazzani, l’altrettanto notissimo ex vicesindaco di Guastalla ed ex vicesegretario della Lega Nord emiliana Marco Lusetti.

Ieri l’abitazione reggiana dell’ex esponente politico ora pittore è stata perquisita dalla polizia giudiziaria, su disposizione del gip Giovanni Ghini, che aveva ricevuto una richiesta di autorizzazione dal pm. I poliziotti risulta ne siano usciti con quadri e cataloghi d’arte, ora posti sotto sequestro preventivo: opere e libri sono adesso a palazzo di giustizia.

La vicenda è cominciata il 23 dicembre scorso quando, secondo quanto è trapelato, Lusetti si sarebbe presentato dal notaio Giorgia Manzini con un testamento olografo in cui Agazzani lo nominava erede universale, chiedendone la pubblicazione. Evidentemente il fatto non deve essere passato inosservato, se qualcuno, insospettito, ha ritenuto di dover segnalare il fatto in procura.

Occorreva dunque fare chiarezza, e la dottoressa Pantani ha aperto il fascicolo. Lusetti, trapela, è stato sentito subito come persona informata dei fatti. Gli è stato chiesto dove e come avesse trovato il testamento e lui avrebbe dichiarato di aver scoperto il foglio, firmato da Agazzani, in un libro che - si ritiene di dover dedurre in assenza di altri elementi di conoscenza da parte nostra - il critico gli potrebbe aver consegnato. Il passo successivo è stato, per il pm, affidarsi alla consulenza di un esperto grafologo giudiziario.

Ed è arrivata la svolta. Il professor Giovanni Bottiroli, dirigente di ricerca del Cnr presso l’Università di Pavia, ha detto che a suo avviso, dopo le comparazioni tra la grafia del testamento olografo e altri scritti del critico, quel testo non l’avrebbe stilato Agazzani.

Passo successivo sarà un incidente probatorio con le parti in causa: un grafologo nominato stavolta dal giudice si esprimerà con una perizia. A Lusetti è stata affidata la difesa di un avvocato d’ufficio. Il reato di falso in testamento olografo (articoli 485 e 491 del codice penale), prevede una pena da sei mesi a tre anni; non è consentita la misura cautelare.

Ieri, la perquisizione nella casa in cui abita Lusetti in città. Poco o nulla si sa su quadri e sui cataloghi d’arte portati via dalla polizia, tantomeno sul loro valore. E’ tuttavia facile ritenere che nell’ambito dei collezionisti e studiosi d’arte, i volumi possano rivestire interesse.

Quanto ai quadri, verranno esaminati da esperti. E il passo successivo, oltre all’incidente probatorio, sarà sentire i tanti amici di Agazzani, grande conversatore e brillante intrattenitore. Si dovrebbe a quel punto sapere se il critico avesse espresso pubblicamente la volontà di lasciare i suoi beni a Lusetti, suo amico e vicino di casa.