Truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, arresti e denunce

Riguarda anche Reggio l’operazione condotta a Parma. Contestate oltre 400 prestazioni sanitarie ritenute fittizie

L’operazione è stata condotta dai carabinierid el Nas

L’operazione è stata condotta dai carabinierid el Nas

Reggio Emilia, 1 aporile 2016 - Arresti e denunce a Parma e Reggio con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni del servizio sanitario nazionale e al falso materiale. E’ il bilancio dell’operazione ribattezzata ‘Diabolik’ e condotta, dalle prime ore del mattino, dai carabinieri del Nas di Parma insieme agli uomini dell’Arma territoriale.

I militari hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Parma, a una misura di divieto temporaneo di esercizio della professione medica, a sette decreti di perquisizione domiciliare e a un decreto di sequestro penale preventivo.

Quattrocentotredici prestazioni sanitarie fittizie in quattro anni, che hanno consentito di ottenere il rimborso di poco meno di 60.000 euro dalla Regione Emilia Romagna. E' il 'cuore' della truffa. I Nas hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del legale responsabile di un Centro dialisi della provincia di Parma e di una sua stretta collaboratrice, infermiera professionale dipendente della stessa struttura.

Ad un terzo soggetto, un sanitario residente a Reggio Emilia, e' stata applicata la misura del divieto temporaneo di esercizio della professione medica per la durata di 12 mesi: era lui, secondo l'accusa, ad attestare sedute di 'dialisi extra' di fatto mai eseguite. Nell'ambito della stessa indagine risultano indagate altre 4 persone tra medici e infermieri. Le ipotesi di reato contestate a vario titolo sono associazione a delinquere finalizzata alla truffa in danno del Servizio sanitario nazionale, falso in atto pubblico e violenza e minaccia per costringere a commettere reato.

 Le misure cautelari sono state richieste dalla Procura della Repubblica di Parma ed emesse dal Gip del Tribunale locale: dei sette decreti di perquisizione, tre hanno riguardato gli appartamenti dei principali indagati, due studi commercialisti di Parma, uno il Centro dialisi di Parma e uno il Centro dialisi dell'ospedale di Oglio Po (Cremona), il cui personale lavorava anche nella struttura di Parma. Sequestro penale preventivo finalizzato alla confisca per il conto corrente del Centro dialisi di Parma per la somma complessiva di poco meno di 60.000 euro.

 I tre soggetti destinatari delle misure cautelari sono ritenuti responsabili di aver perpetrato una truffa in danno del Ssn realizzando falsa documentazione giustificativa e costringendo alcuni collaboratori ad alterare le cartelle cliniche: in particolare, il loro ruolo sarebbe stato quello di "dichiarare l'effettuazione di prestazioni sanitarie rivelatesi invece mai eseguite, per le quali veniva richiesto all'Asl il relativo rimborso spese tramite l'indicazione - riportata nella scheda paziente - della dicitura 'dialisi extra'" e di "creare falsi in cartella clinica per sviare le investigazioni in corso e poter proseguire l'attivita' illecita, inserendo motivazioni che potessero giustificare l'effettuazione delle dialisi".