Ubriachi molesti al pronto soccorso. «Spesso non riusciamo a gestirli»

Le notti in ‘corsia’ tra minacce e tentativi di aggressione

TIMORI Al pronto soccorso di Reggio non c’è  vigilanza 24 su 24 ‘sperimentata’ a fine giugno, poi sospesa dopo appena  un mese

TIMORI Al pronto soccorso di Reggio non c’è vigilanza 24 su 24 ‘sperimentata’ a fine giugno, poi sospesa dopo appena un mese

Reggio Emilia, 30 novembre 2015 - Ubriachi, accattoni e senzatetto. Minacce verbali ai pazienti in sala d’attesa e tentativi di aggressione al personale sanitario. Cronaca di una notte, come tante, al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Nuova. «Questa che vedete, diciamo che è quasi la normalità... Ne arrivano sempre di più e ogni notte gestirli diventa difficile. E ora col freddo spesso si presentano i senzatetto... La direzione sanitaria vorrebbe che venissero mandati via, ma se vengono a farsi refertare anche solo per un mal di testa, non possono buttarli fuori...», confida chi lavora qui molto spesso svolgendo il notturno. Momento in cui si avverte maggior clima di paura e poca tranquillità. «Le misure di sicurezza, visto ciò che sta accadendo con il terrorismo, stanno aumentando un po’ dappertutto – ci spiega chi conosce bene la situazione e che per timore di ripercussioni lavorative, preferisce non svelare il suo nome – Ma qui all’ospedale invece si va quasi a ritroso. E il numero delle persone che svolgono il servizio di security è insufficiente a mantenere alto il livello di guardia».

Risale proprio a una settimana fa, il “decalogo anti-terrorismo” stilato dal Prefetto Ruberto che invita tutti gli obiettivi sensibili ad aumentare la sicurezza con più personale e a seguire in maniera rigida misure di prevenzione e di precise accortezze. Tra gli obiettivi sensibili individuati dalla Prefettura però in realtà, non vi era esplicitamente l’Arcispedale. Anche se il documento è stato inviato pure alla direzione sanitaria.

A preoccupare chi lavora in ospedale è il numero di addetti, a detta di molti, insufficiente ad affrontare le emergenze. Come è accaduto nella fresca notte fra sabato e domenica. Al pronto soccorso sono arrivate tre persone extracomunitarie in evidente stato di ebbrezza. Con codici di gravità bassi non prioritari e quindi posti in sala d’attesa. E qui spesso vanno in escandescenza. Uno di questi ha cominciato a insultare e ad infastidire gli altri pazienti che attendevano il proprio turno per essere visitati. Grida, urla e parole grosse all’indirizzo anche del personale sanitario. E l’unica guardia presente, dopo alcuni tentativi di intervento di non facile gestione, è stato costretto a chiamare la polizia che ha portato via l’ubriaco molesto, un giovane magrebino. 

Uno dei problemi infatti è proprio il numero delle guardie che svolgono il servizio di vigilanza notturna. Solo una si aggira all’interno della zona pronto soccorso. Un’altra guardia invece si occupa del controllo degli ingressi ai reparti. Dalle 22 infatti l’ospedale chiude gli ingressi principali e si può accedere solo dal pronto soccorso. E solamente previa autorizzazione si può accedere ai reparti. Poi, c’è una terza guardia che si occupa dell’esterno e una quarta invece che lavora in una sala operativa da cui ha tutta la visuale dei monitor su cui trasmettono le telecamere di videosorveglianza della struttura ospedaliera. «Le videocamere non possono garantire la totalità della sicurezza – ci viene spiegato – Perché a causa delle normative in fatto di privacy legate ai pazienti, devono essere posizionate solo in certi punti, non abbiamo gli occhi in tutto l’ospedale».

Il turno notturno viene svolto dalle 20,30 alle 5. «Il poliziotto di turno arriva alle 8 di mattina nella loro postazione dedicata nel pronto soccorso. Perciò, ci sono due ore scoperte...», ci spiega un altro vigilantes. Una fascia oraria in cui all’inizio dell’estate scorsa, un ubriaco aveva tentato di sferrare un pugno a un’infermiera Per questo, a fine giugno, l’ospedale aveva richiesto il servizio di vigilanza 24 ore su 24, alla Coopservice che fornisce gli agenti di sicurezza. Ma il continuativo è durato solo un mese e poi è stato sospeso.

E chi si trova a fronteggiare una situazione come quella della notte tra sabato e domenica, dovendo placare l’ubriaco molesto di turno, non può essere attento in tutto ciò che accade intorno. «Chiunque potrebbe entrare e avere facilità di agire. E in un ospedale questo non deve accadere, dovrebbe essere uno dei posti più sicuri della città e il personale medico non deve sentire la paura sul collo, ma lavorare in tranquillità. Una vigilanza 24 su 24 sarebbe già molto», dice chi lavora all’ospedale.