Borgo Marina, la protesta dei residenti. "Chiusi in casa, qui comandano le prostitute"

Rabbia, denunce e paura nelle vie attorno alla chiesa di San Nicolò

Le prostitute dettano legge a Borgo Marina

Le prostitute dettano legge a Borgo Marina

Rimini, 14 febbraio 2017 - «Non posso invitare amici a cena, perché disturbiamo le prostitute. Non possiamo parcheggiare vicino a casa, perché si ‘invade’ lo spazio attorno alla rotonda dove lavorano le prostitute. Qui non si vive più. Potrebbe essere un luogo bellissimo, con il porto davanti e una gran vista, invece pare di essere nella peggiore delle periferie».

Chi vive negli appartamenti che si affacciano in zona San Nicolò, da via Riccardo Ravegnani a via Girolamo Savonarola e le zone di Borgo Marina, si barrica in casa, scavalcando i ricordini lasciati sullo zerbino dalle signorine della notte, e si arma di tappi per le orecchie per cercare di chiudere occhio.

Le vere protagoniste della notte, ci dicono, sono loro, le prostitute. «Con quelle nigeriane non ci si parla – ci racconta un residente -. Insultano e fanno molto altro». Insomma, «comandano loro e devi stare attento. Mi è capitato di invitare amici per cena ed essere richiamato dalle prostitute arrabbiate in strada perché facevamo rumore e allontanavamo i clienti». Ed è bene non prendere gli avvertimenti sottogamba, altrimenti «ti ritrovi l’auto danneggiata come mi è capitato. Ho fatto denuncia, ma alla fine ho dovuto anche pagarmi il danno».

Tra queste vie c’è anche chi ha ribattezzato il rondò lungo il porto canale, la ‘rotonda delle prostitute’. Si trova a fianco della chiesa di San Nicolò e a due passi dalla sede della Croce rossa. Quando alla sera si spengono le luci, si accendono le lucciole. Attorno a questa rotonda ci sono di norma 3-4 ragazze di colore. E si fanno sentire, si sbracciano, urlano e fermano i potenziali clienti. Basta spostarsi di qualche decina di metri nelle vie attrono alla chiesa per trovarne altre.

Poi ci sono le prostitute cinesi, più educate, dicono i residenti. «Se gli chiedi di spostarsi per parcheggiare, non fanno storie». Ma con altre è impossibile, e la notte «non si riesce a dormire. Il baccano è continuo. Capita anche che qualcuna si attacchi al citofono. Un incubo. Non hanno rispetto di nulla. Una sera rientrando a casa ho trovato una di queste ragazze che stava facendo i suoi bisogni davanti alla porta. Ho chiesto se se ne andava e come risposta mi ha tirato la carta dietro. Dopo notti trascorse così, lavorare il mattino seguente diventa un’impresa».

C’è stata anche una signora che vive in questi appartamenti e in passato «è stata aggredita». Le denunce alle forze dell’ordine non mancano. «Le facciamo e carabinieri e polizia vengono. Ma passata l’auto, le lucciole rispuntano». Serve altro, dicono i residenti, per poter vivere serenamente.