Rimini, ciclista travolto e multato perché senza campanello

Si stava allenando con la sua bici da corsa sulle strade di Montefiore quando si è scontrato con un’auto: tante ferite e un verbale da 25 euro

Gino Drudi, 70 anni,  mostra la multa

Gino Drudi, 70 anni, mostra la multa

Rimini, 24 agosto 2017 - Gli è stata recapitata una multa di 25 euro (più 9 per la spedizione della notifica), perché la sua bicicletta da corsa, ridotta in rottami dopo un incidente, era senza campanello. Così al danno ora si aggiunge la beffa. E’ nero di rabbia l’infortunato, il 70enne Gino Drudi, ciclista amatoriale del Velo Club di Riccione, residente a San Giovanni.

Investito lo scorso 2 agosto da un automobilista, vecchio compagno di scuola, che non avendolo visto, gli ha tagliato la strada: ha riportato la frattura dello sterno, una ferita alla mano, dolori alla spalla, varie abrasioni e un trauma cranico con due ematomi. Il casco in fibra di carbonio dallo spessore di quattro centimetri si é spaccato in tre pezzi. Gli sono saltati anche tutti i denti anteriori.

«Sono malconcio, non riesco a dormire più di dieci minuti per volta, perché sono pieno di dolori in ogni parte del corpo – racconta Drudi – Per giunta mi arriva anche la multa per la bici da corsa senza campanello» Ma gli agenti della Polizia municipale di Morciano, che hanno rilevato il sinistro, non fanno sconti e si appellano al mancato rispetto del Codice della strada. «A questo punto multiamo anche tutti i ciclisti del Giro d’Italia – sbotta la moglie Renata Magnani – Dopo tanto patimento, ecco la ciliegina sulla torta, la sanzione arrivata martedì».

La consorte dell’infortunato coglie l’occasione per togliersi altri sassolini dalla scarpa. «Mio marito ha avuto l’incidente alle 9,55 – racconta – ma per cinque ore, nonostante i solleciti di mio marito nessuno ci ha avvisato di quanto era accaduto. Alle 10,30 non vedendolo arrivare come sempre, mi sono allarmata e un’ora dopo io e mia cugina per capire se fosse successo qualcosa, abbiamo cominciato a chiamare i carabinieri di Monte Cerignone, Macerata, Tavoleto e Montefiore, ma niente. Così siamo partite per fare lo stesso itinerario, nel tornare alla rotatoria della strada per Montefiore abbiamo visto due carabinieri che erano al corrente dell’incidente verificatosi alla Falda».

Continua: «Ho capito che si trattava di mio marito e di corsa siamo andati dai vigili che ci hanno detto: chi ha fatto il turmo di mattina è andato a casa non abbiamo il fascicolo. Erano le 14,30 e ho cominciato ad alterarmi, ho preteso di vedere la bicicletta e ho chiesto se il ferito fosse Gino Drudi. A quel punto hanno telefonato agli ospedali di Rimini e Riccione e mi hanno riferito che mio marito era stato trasportato all’Infermi in codice rosso».

Un incubo. « Il cuore mi scoppiava – prosegue la Magnani – Solo verso le tre, nel cercare raggiungere mio marito ho ricevuto una telefonata che mi ha ranquillizzata ed è finito il calvario. Ma ero furibonda, tanto più che mio marito, al suo risveglio in ambulanza ha chiesto di telefonare a casa e tra vari rimpalli nessuno l’ha fatto».