Rimini, Gessica Notaro, condanna bis per Tavares. “Otto anni per stalking”

Giustizia, la ragazza sfregiata dall'ex plaude al verdetto: "Ripagata per le mie sofferenze"

L'ex Tavares in tribunale

L'ex Tavares in tribunale

Rimini, 27 ottobre 2017 - "Otto anni? Non ci credo, è assurdo. Io non l’ho mai perseguitata».  Per lo stalking alla sua ex, Gessica Notaro, per le minacce ad alcuni suoi colleghi e i maltrattamenti al suo capo dal tribunale di Rimini. Per il buttafuori dell’ex delfinario sono altri otto di reclusione, a distanza di una settimana, dalla condanna a dieci anni (con rito abbreviato) per l’aggressione a colpi di acido sempre alla Notaro.

Tramite uno dei suoi avvocati, Riccardo Luzi, il capoverdiano fa sentire la sua voce: «Sono innocente, io no ho fatto nulla. Mi hanno trattato peggio di un assassino. Chi uccide qualcuno ha una condanna più lieve della mia, sono disperato». Tavares rifiuta ogni accusa: «Io sono innocente. Per Gessica non provo nessun rancore. Se lei non mi vuole perdonare per i miei tradimenti, la posso capire. Non posso però capire il suo atteggiamento processuale». Tavares poi aggiunge: «Non sono stato io a tirarle l’acido, io sono innocente. Adesso, dopo questa nuova sentenza di condanna, sono un uomo disperato. Penso solo a mio figlio. È lui che mi dà la forza per andare avanti».

image

Ma nella sentenza di ieri è stata anche disposta la sospensione della patria potestà per tutta la durata della pena oltre al risarcimento dei danni alla Notaro con una provvisionale di diecimila euro. È stata, invece, rigettata la richiesta di risarcimento da parte di Comune di Rimini e Regione. Ieri però la finalista a Miss Italia non era presente in aula al momento della lettura del dispositivo. Era a Verona alla fiera dei cavalli. «Questa condanna è esemplare – ha commentato al telefono –, mi ripaga delle sofferenze che ho dovuto patire in quei mesi. Ero stata costretta a vivere una doppia vita. Mi aspettavo i dieci anni per la vicenda dell’acido, questi otto sono un’autentica sorpresa. È stata un’autentica liberazione. Adesso mi batterò ancora di più per le donne. Ho pensato che forse ha un senso tutto quello che sto facendo, perché non accada ad altre donne quello che è successo a me». Riccardo Luzi e Andrea Tura, legali di Tavares, hanno già preannunciato il ricorso in Appello: «È una condanna troppo severa, ingiusta. Proviamo solo molta amarezza, ma ci batteremo per provare l’innocenza del nostro assistito».