Gian Marco Moratti sarà sepolto a San Patrignano

La comunità di recupero per tossicodipendenti piange uno dei suoi fondatori. Cerimonia funebre martedì 27 febbraio

Gian Marco Moratti (Foto Imagoeconomica)

Gian Marco Moratti (Foto Imagoeconomica)

Bologna, 26 febbraio 2018 - Gian Marco Moratti sarà sepolto, per sua volontà, nel cimitero di San Patrignano, a Rimini. Martedì 27 febbraio alle 17, nell’auditorium della comunità di recupero, si terrà una cerimonia funebre. Lo ha annunciato la comunità di San Patrignano che piange la scomparsa di uno dei suoi fondatori. Quella di Moratti è stata “una presenza costante, riservata ma sempre rassicurante, che infondeva coraggio e forza alle migliaia di ragazze e ragazzi della comunità. La comunità in cui aveva creduto fin dall’inizio, per cui aveva lottato, gioito e sofferto”.

Gian Marco Moratti: una vita tra Saras, Inter e impegno sociale

Era il 1979 - ricorda una nota stampa della comunità - quando Gian Marco Moratti conobbe il fondatore della Comunità di San Patrignano, Vincenzo Muccioli, incrociato per caso tramite un’amicizia comune. Fu subito conquistato dal progetto di accogliere quei ragazzi che nessuno voleva. A San Patrignano trovò persone che volevano cambiare il mondo secondo valori e ideali in cui lui stesso aveva deciso di spendersi in prima persona fino all’ultimo.

“Con estrema umiltà, insieme alla moglie Letizia e spesso accompagnato dai figli, visse i tempi duri degli inizi nelle roulotte, nel fango, nel freddo - si legge -. Sacrifici ripagati da uno spirito comunitario che ogni fine settimana lo spingeva a tornare, per risolvere problemi, progettare il futuro, condividere i giorni di festa. Fu il suo un aiuto completamente disinteressato e portato avanti negli anni fedele al patto iniziale: poter continuare ad aprire la porta agli ultimi, agli emarginati”.

Moratti fu “un uomo straordinario, dotato di una generosità fuori dal comune, di un’intelligenza emotiva che lo rendeva capace di dialogare con tutti. Un capitano coraggioso che fu in grado di affiancare Vincenzo Muccioli in acque tempestose, e per il bene di San Patrignano fu risoluto nel prendere decisioni anche molto dolorose”. A San Patrignano ricordano come Moratti amasse “il miracolo della vita che vedeva nei ragazzi che in comunità abbandonavano la maschera delle sostanze e si rivelavano nell’unicità di persone certamente fragili, ma di cui intuiva il potenziale”. Infatti “aveva piacere di sedersi a tavola con i ragazzi ogni volta che ne aveva la possibilità, ascoltando le loro storie, condividendo le loro conquiste, le loro speranze”.

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“E’ riduttivo pensare a Gian Marco come solo a un filantropo - conclude la note -. Era il primo dei volontari, il primo a cercare soluzioni concrete per aiutare i ragazzi, convinto che attraverso la giusta opportunità ognuno possa dare il meglio di sé. Come quando se ne va un amato padre di famiglia, le ragazze e i ragazzi della comunità continueranno ad ispirarsi alla sua bontà e alla sua profonda umanità. Ed è anche nel suo nome che tutta San Patrignano porterà avanti il suo impegno”.