Rimini, ragazzina costretta a fare sesso sul web

Processo per violenza sessuale, il racconto di una giovane riminese

Una tredicenne riminese è stata adescata online

Una tredicenne riminese è stata adescata online

Rimini, 21 giugno 2017 - "Sono stata costretta a fare sesso davanti ad una web camera. Mi ricattava dicendo che se non lo avessi fatto, avrebbe raccontato tutti i miei segreti ai miei genitori e avrebbe pubblicato on line quello che avevo combinato». Poche, ma significative parole quelle dette ieri in aula, in tribunale, dalla giovane riminese, adesso più che maggiorenne che, nel 2009, quando aveva poco più di 12 anni, era stata adescata su Facebook da una finta coetanea, in realtà, un giovane campano (difeso dall’avvocato Luigi Musolino del foro di Napoli) che è a processo per violenza sessuale aggravata perchè compiuta ai danni di una minore e detenzione e produzione di materiale pedopornografico. Una storia che nasce otto anni fa quando la vittima apre, sotto uno pseudonimo, un finto profilo su Facebook e Messenger. Riceve tantissime richieste di amicizie da parte di persone che si fingono sue coetanee. E chatta con molte di loro, rivelando anche piccoli e grandi segreti, tipici dell’adoloscenza.

Tra i contatti l' ‘amicizia’, sempre virtuale, con una di loro con la quale si confida. Un giorno la falsa amica le chiede di parlare davanti alla web cam e lì scopre la verità: non è una tredicenne la persona con cui si è intrattenuta per mesi, ma un adulto che le domanda di spogliarsi. La giovanissima riminese tronca ogni collegamento e cancella il falso profilo. Dopo un anno torna su Facebook con il suo vero nome e viene ‘agganciata’ da una persona: «Se non fai sesso davanti alla telecamera, racconto i tuoi segreti ai tuoi». La ragazzina è terrorizzata ed acconsente. Esegue gli ordini dello sconosciuto e poi stacca tutto. Un anno dopo un altro sconosciuto (che in realtà è sempre lo stesso) la ricatta. La giovane si confida con un’amica e partono le denunce. In un primo momento viene indagato un diciottenne mantovano che risulta, invece, totalmente estraneo, poi gli inquirenti arrivano al 30enne campano che ha precedenti e una condanna specifici, sempre per produzione e detenzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale. Il processo è stato aggiornato per la discussione al prossimo 29 settembre.