NIVES CONCOLINO
Cronaca

Coriano ‘adotta’ una famiglia siriana

L’iniziativa è partita da una coppia andata in un campo profughi

Una famiglia di profughi siriani con Gilda Pratelli

Una famiglia di profughi siriani con Gilda Pratelli

Rimini, 22 gennaio 2017 - Hanno vissuto per cinque giorni in un campo profughi libanese con numerose famiglie siriane, fuggite dagli orrori della guerra. In quell’ «Inferno» gli scout Gilda Pratelli e Massimiliano (Max) Zannoni di Coriano hanno maturato l’idea di adottare con tutta la comunità corianese una famiglia siriana, composta da mamma, papà e tre figli.

Il sogno si sta realizzando attraverso varie attività a partire dall’ «adozione a chilometro zero», che impegna a versare 15 euro al mese per un anno. L’iniziativa, lanciata dalla giovane coppia, ha già ottenuto un centinaio di adesioni, arrivate dopo svariati incontri con semplici cittadini, preti e sindaco. Ognuno infatti, con la famigliola siriana che arriverà a Coriano a fine mese, farà in qualche modo la sua parte.

«Tutto è partito da un’esperienza scout, che mio marito ha fatto a Trento la scorsa estate racconta la Pratelli, che insegna in una scuola di Riccione – in quell’occasione Max ha conosciuto la realtà di alcune famiglie arrivate dalla Siria attraverso i corridoi umanitari, in modo legale, senza barconi. Galeotto è stato l’abbraccio di una bimba siriana che gli si è addormentata addosso, come volesse esprimere un senso di fiducia e abbandono in lui. Un segno. Di ritorno a Coriano Max non riusciva a dormire, aveva un chiodo fisso e ripeteva: esistono tanti bambini che hanno il diritto di vivere un’infanzia felice e purtroppo in Siria non è più garantito. Cosa possiamo fare Gilda?»

Sono seguiti dubbi e resistenze, finché i due scout hanno deciso di entrare nel cuore del problema. Per il ponte di Ognissanti, affidate le loro due figlie alla nonna, col sostegno del volontario Alberto Capannini di Operazione Colomba della Papa Giovanni XXIII, sono andati in un campo profughi del Libano, al confine con la Siria. «Quei cinque giorni – spiega la Pratelli – sono serviti a respirare aria d’ingiustizia, dolore e terrore. Ci hanno messo di fronte ai diritti calpestati, al disagio che rischia di trasformarsi in disperazione. Lì capisci che non puoi più far finta di niente. Tornati a Coriano abbiamo incontrato tutti, parrocchia, sindaco, scuola, semplici cittadini per far conoscere il progetto».

Le reazioni? C’è chi ha condiviso l’idea, ma anche chi ha criticato. Gilda e Max hanno tenuto la barra dritta. «Il desiderio di aiutare questa famiglia siriana, alla quale abbiamo già trovato un appartamento, cresce di giorno in giorno». Per sostenere il microprogetto sabato 21 si terrà una cena a base di pesce (info 347.3316665).