Rimini, agguato razzista, il padre. "Mio figlio ha problemi psichici"

Parla Gaetano Amato, il padre di Valerio: "Ho tentato di dividerli"

Il luogo dove è avvenuto l’accoltellamento, al di fuori del supermercato di via Trieste

Il luogo dove è avvenuto l’accoltellamento, al di fuori del supermercato di via Trieste

Rimini, 25 marzo 2017 - «Razzismo? Ma quale razzismo. Sono state dette tante cose sbagliate. Mio figlio non è razzista, non è questione di colore della pelle. Mio figlio ha problemi psichiatrici».

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Parla Gaetano Amato, 74enne pensionato di origine napoletana, padre di Valerio, il 29enne nativo di Roma ma da tempo residente a Marina centro con il padre e la madre, autore della violentissima aggressione al quasi coetaneo, un 25enne richiedente asilo nigeriano.

Vuole raccontare com’è andata mercoledì sera in via Trieste, non lontano dalla vostra abitazione?

«Premesso – racconta il genitore, comprensibilmente provato – che non c’entra il razzismo, ci si è trovati probabilmente nel posto sbagliato nel momento sbagliato».

Suo figlio gli si è buttato addosso e l’ha accoltellato.

«E io mi sono in mezzo tra i due, ho cercato in tutti i modi di dividerli».

Non ce l’ha fatta?

«Lui aveva una forza straordinaria, e io mi sentivo male».

E poi?

«Quando il ragazzo è scappato, mio figlio è risalito sulla macchina con la quale eravamo arrivati insieme. Quando l’ha raggiunto (e investito violentemente con la macchina, ndr) io ero rimasto a circa duecento metri di distanza. Ma...»

Prego.

«Credo che quel ragazzo abbia detto a qualcosa a mio figlio (Gaetano Amato ripete questa frase più volte, ndr), anche se io non ho sentito. Tengo a sottolineare che si tratta di una mia ipotesi».

Lei è rimasto sorpreso da questo scatto violentissimo da parte di Valerio?

«Mio figlio anche in passato ha avuto problemi».

E’ stato sottoposto già a Tso, trattamento sanitario obbligatorio. La causa scatenante riguarda sempre persone di colore?

«Assolutamente no, lo ripeto. Poteva capitare con un italiano, o un cinese, quello che è successo non c’entra col razzismo. Mio figlio Valerio purtroppo si sente perseguitato da certe persone».

Ora è accusato di tentato omicidio, un capo d’imputazione molto grave...

«Stiamo cercando con i nostri legali di rappresentare di fronte ai giudici la situazione nei termini corretti».

Si riferisce ai problemi psichiatrici che ha suo figlio Valerio?

«Esattamente».

Che cosa si aspetta?

«Si vedrà».