Terremoto, il racconto di una famiglia di Saludecio

Sorpresi sul Gran Sasso dal sisma, ecco la testimonianza FOTO E VIDEO IL NOSTRO SPECIALE - CONTO CORRENTE PER AIUTARE LE VITTIME

Terremoto Amatrice, i vigili del fuoco al lavoro (Ansa)

Terremoto Amatrice, i vigili del fuoco al lavoro (Ansa)

Rimini, 25 agosto 2016 - Buttati giù dal letto. Corsi fuori dal convento del ’500 dove stavano trascorrendo la vacanza. Finiti in strada nell’auto, con le coperte e la paura addosso, isolati ai piedi del Gran Sasso, ma con la consapevolezza di essere interi. Daniele Marziali, panificatore di Saludecio, era con la famiglia nelle zone colpite dal terremoto dell’altra notte. Amatrice, il paese spazzato via dalle scosse, dista poche decine di chilometri dall’ostello dove la famiglia stava trascorrendo la vacanza. «La botta è stata forte - racconta Daniele -. Si muoveva tutto. Abbiamo capito che non voleva finire, così abbiamo preso i bambini e siamo corsi fuori. Ma siamo fortunati, a noi è andata bene». Con la famiglia Marziali scendono in strada anche gli altri clienti.

«Ci siamo radunati e un poco alla volta abbiamo visto arrivare altra gente. Abbiamo capito che si trattava di una zona di ritrovo scelta in caso di emergenza. In Abruzzo la devastazione del terremoto dell’Aquila è ancora viva». Dopo una mezz’ora al freddo «abbiamo visto arrivare un uomo, un dipendente del Comune che ci ha detto di rimanere all’esterno e stare lì. Nonostante fossimo in una zona isolata sono subito venuti a cercarci, segno che la macchina dei soccorsi in quell’area è organizzata». La notte è trascorsa così, cercando di scaldarsi in auto, «giocando a fare l’emergenza con i bambini ‘chiusi’ nei piumoni presi in ostello». Fino a quando è arrivata mattina. «I bambini sono riusciti a dormire, noi invece no».

Con la luce del giorno è stato inviato anche il messaggio su Facebook per rassicurare parenti e amici, pensando tuttavia a cosa era accaduto nelle zone più colpite. «Qualcuno, un po’ più lontano da noi, non c’è l’ha fatta a svegliarsi in tempo. E’ triste, è assurdo». Nella zona del Gran Sasso non ci sono state vittime. «Non so cosa sia accaduto nei borghi ancora ridotti in macerie dal terremoto del 2009». Già nella mattinata di ieri la famiglia Marziali ha preso la strada per tornare a casa. «Dopo pochi chilometri mi sono fermato a un distributore e il benzinaio mi ha indicato il monte, vicino a dove eravamo, e mi ha detto che lassù, nella nebbia, era crollato il Corno Piccolo».

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