L’inferno tra le mura di casa: mille donne al pronto soccorso

Il bilancio in occasione della giornata mondiale contro la violenza

Flash Mob contro la violenze sulle donne

Flash Mob contro la violenze sulle donne

Rimini, 26 novembre 2015 - Donne picchiate: «In un anno 922 accessi al Pronto soccorso dell’ospedale di Rimini. E’ un dato scioccante». Dietro a ognuno di questi accessi c’è una storia di botte, paura, di bambini che subiscono e rischiano. Sono queste storie che hanno fatto tremare la voce al vicesindaco Gloria Lisi, fino al pianto che l’ha interrotta mentre citava i numeri «scioccanti» durante la presentazione delle iniziative per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

Per quelle donne che subiscono l’inferno ci sono uomini «che arrivano a non rispettare le misure restrittive che gli vengono ordinate - riprende il presidente del tribunale, Rossella Talia -. Vivono un senso di impunità e lo Stato deve intervenire con pene severe per evitare che tutto questo possa accadere. Altro elemento sul quale dobbiamo intervenire sono le notifiche alle donne che vivono in domicili segreti. Deve essere l’Ausl la depositaria delle notifiche, e deve trovare il modo di farle arrivare nel massimo riserbo, per evitare che donne e bambini corrano dei rischi». Tra i giovani maschi, uno su quattro, ancor oggi, tende a considerare giusto il lavare i panni in famiglia, giustificando la violenza per gelosia. Per difendersi dalla follia può diventare necessario scomparire. Al Centro anti violenza ‘Rompi il silenzio’ di Rimini, conoscono bene l’importanza della segretezza. Da quest’anno gestiscono due case nelle quali sono state ospitate 11 persone, dando loro protezione.

Sono donne in fuga e i rischi che corrono sono altissimi. Anche le operatrici del centro hanno subito minacce da chi non si arrendeva a perdere la ex, dominato da un senso di potere che nulla ha a che vedere con l’amore. ‘Rompi il silenzio’, nel corso del 2015, ha accolto 159 donne, offrendo loro aiuto e sostegno. In 117 casi si tratta di volti nuovi, madri e ragazze mai viste prime al centro. Ottantuno hanno figli. Stando ai dati raccolti dall’Ausl, sono donne con un’età media di 39 anni, un titolo di studio medio alto, ma con un lavoro precario o poco retribuito. Per rompere il silenzio che avvolge le mura famigliari dove per lo più si consumano le violenze, il Comune di Rimini assieme al municipio di Bellaria, unione dei Comuni della Valmarecchia, l’Ausl (distretto di Rimini), e l’adesione di Prefettura, Università (campus di Rimini), Ufficio scolastico e a breve della Procura, ha siglato un protocollo che punta su quattro aspetti: sensibilizzazione sull’argomento; valorizzare e potenziare le competenze dei soggetti pubblici coinvolti; definire la presa in carico delle vittime di violenze; creare una rete per migliorare le risposte al fenomeno. Sabato, nel centro storico di Rimini, si svolgerà un corteo contro la violenza sulle donne. ‘E’ per te’ è il titolo della marcia che partirà alle 15 da piazza Cavour, proseguendo per le strade del centro. Hanno aderito un gran numero di associazioni e comitati riminesi. Ieri flash mob al liceo Volta di Riccione.