Dal furto ai viaggi verso l’Est: ecco il ‘giro’ delle bici rubate

Le bande agiscono come una catena di montaggio

Morena Matteoni,  titolare del negozio di bici di Sant’Ermete

Morena Matteoni, titolare del negozio di bici di Sant’Ermete

Rimini, 5 agosto 2015 - Una vera e propria ‘industria’ di ladri di biciclette, quella impiantata negli ultimi tempi sulla riviera, massacrata letteralmente dai furti di dueruote da Rimini fino a Riccione. Non si salva più nessuno, ne spariscono decine ogni giorno. E dietro, dicono gli investigatori, c’è un’organizzazione degna di una catena di montaggio che funziona come un orologio: dal furto fino all’esportazione. Nella Perla si denunciano in media 10-20 furti al giorno, e a Rimini il numero sale in maniera esponenziale ma sono parecchi i cittadini che decidono di non rivolgersi alle forze dell’ordine, rassegnati a non vederla più.

Per gli investigatori è quasi una battaglia persa. Perchè ai ladri occasionali si affiancano le bande, in gran parte composte da cittadini dell’Est. Carabinieri e polizia sanno ormai come funziona il meccanismo che però è difficilissimo da interrompere. Le bande sono composte in genere da poche persone, ognuna per sè, ma tutte con un unico mercato: l’Est. I ladri si aggirano in genere nelle zone più ‘popolate’ di biciclette, che sono i lungomare, le stazioni ferroviarie, hotel e circoli vari. Sono ‘armati’ di grossi tronchesi che ovviamente tengono ben nascosti, e una volta ‘puntata’ la preda, tagliano la catena con un colpo netto, salgono in sella e spariscono. Questione di pochi secondi e la bicicletta è già volata via. I ‘trafficanti’ di bici non restano molto in sella al loro bottino. In zona c’è sempre un complice con un garage dove vengono ammassate, ma anche qui restano un giorno o al massimo due. Messo insieme un numero sufficiente di biciclette, queste vengono caricate su un furgone e spedite all’estero. In Bielorussia, raccontano, ne finiscono una marea, segue la Romania e altri paesi dell’Est. I furti avvengono a tutte le ore del giorno e della notte. Se adocchiano un garage dove sanno che ce ne sono, magari di quelle costose, allora organizzano l’effrazione. Ma negli ultimi tempi agiscono soprattutto durante il giorno. Basta che l’«obiettivo» entri un attimo in edicola o stia facendo la spesa che questi scattano con la rapidità di un fulmine. Le denunce sono molte, ma quelle non presentate sarebbero molte di più.

Qualcuno, come nel caso di una signora riminese, riesce a sorprendere il razziatore sul fatto e a corrergli dietro. E’ successo qualche giorno fa e la donna stava per rimetterci la sua bici elettrica. Così è corsa dietro al ladro, fermando strada facendo una pattuglia della Polizia penitenziaria che stava passando proprio in quel momento. Il ladro è stato decisamente‘sfortunato’, perchè dopo essere rimasto incastrato con la bici nei paletti del parco ed essere stato costretto ad abbandonarla, si è ritrovato ammanettato dagli agenti. Nello zaino gli hanno trovato un paio di tronchesi da carpentiere, mentre nelle mutande aveva nascosto un martelletto, nel caso dovesse spaccare il vetro di un’auto per fare razzia. Il giovane, un romeno, è stato condannato a otto mesi di carcere, con il beneficio della pena sospesa perchè incensurato.