Parrocchiane sedotte da padre Gratien: "Ti aspettiamo"

Lettere di solidarietà al sacerdote, accusato di dell'omicidio di Guerrina Piscaglia. Il congolese è ai domiciliari in convento

Il sacerdote congolese è accusato di omicidio e occultamento di cadavere

Il sacerdote congolese è accusato di omicidio e occultamento di cadavere

Rimini, 29 marzo 2016 - "Caro padre Gratien, come stai? Ti sono vicina. Speriamo che tutta questa brutta storia finisca al più presto e possa rivederti presto». «Gratien, aspettiamo con ansia che questo processo si concluda. Tu sei innocente».

Sono due dei tanti messaggi di solidarietà inviati via posta dalle donne di Santa Sofia e Ca’ Raffaello a padre Gratien Alabi. Le parrocchiane si schierano con il religioso, nonostante sia accusato per omicidio volontario e occultamento di cadavere dopo la scomparsa di Guerrina Piscaglia, avvenuta l’1 maggio di due anni fa nel paese dell’alta Valmarecchia. Alcuni fedeli non hanno mai smesso di credere nell’innocenza del frate congolese. Di quell’uomo di Dio che, nonostante i modi esuberanti di fare messa e vivere la vita in parrocchia, aveva riportato la gente in chiesa. In questi giorni di Pasqua i messaggi di solidarietà sono aumentati.

Le dimostrazioni di affetto sono arrivate anche dalle telefonate al convento dove Gratien è agli arresti domiciliari con la cavigliera elettronica. Tante parrocchiane che hanno instaurato con Alabi un rapporto di amicizia, nei mesi della sua permanenza a Ca’ Raffaello, lo hanno chiamato per scambiarsi gli auguri. Qualcuna racconta di aver vissuto in modo pesante i mesi in cui padre Gratien era rinchiuso in cella. Sono una ventina le persone che si sono recate nel convento per incontrare Gratien: amici, connazionali e il cugino. «Alcuni paesani sono stati invece ad Arezzo all’udienza in Corte d’Assise per supportarlo moralmente – racconta il legale del frate, Riziero Angeletti – In paese padre Gratien aveva instaurato belle amicizie che non si sono esaurite dopo le pesanti accuse di omicidio. Dalla sua parte ci sono tantissime persone».

A Roma il religioso congolese ha festeggiato la Pasqua dall’altare del convento premostratense che lo ospita. «Praticamente quasi ogni giorno celebra messa – racconta ancora l’avvocato Angeletti – In questo ultimo periodo è un po’ teso per via del pronunciamento della Cassazione, atteso per il prossimo 5 aprile, sul ricorso del pm Marco Dioni contro gli arresti domiciliari. Ma questi messaggi d’affetto da parte delle parrocchiane gli danno la grinta giusta per andare avanti con forza». Nuova udienza in Corte d’Assise venerdì 15 aprile.