Tassa di soggiorno, 126 hotel fantasma: spariti 150mila euro in un anno

Intanto il Comune annuncia: «Controlli più severi»

Alcuni turisti in coda dopo il soggiorno in un albergo  di Rimini sud per il pagamento dell’imposta di soggiorno

Alcuni turisti in coda dopo il soggiorno in un albergo di Rimini sud per il pagamento dell’imposta di soggiorno

Rimini, 12 settembre 2015 - Quasi 150mila euro l’anno di tassa di soggiorno non versata da oltre cento strutture ricettive su 1.246. Viaggia sul dieci per cento la percentuale di ‘furbi’ a Rimini: 126 su 1.260. Anche se tra i 126 che ‘dimenticano’ di fare il versamento trimestrale al Comune, una parte «potrebbe non esercitare più attività, scordando di segnalarlo allo Sportello unico per le imprese», osserva Palazzo Garampi. Va detto che un discreto numero di ‘furbi’, dopo perentori solleciti del Comune (nonché querele, denunce penali ecc.) ha versato in complesso 650mila euro. L’amministrazione nel 2014 ha incassato la bellezza di 7.103.687,60 euro. Un ‘tesoretto’ che il Comune cerca di tenersi ben stretto - visto che ci paga anche parte del Psbo, il nuovo Piano delle fognature - mentre da Roma aumentano i ‘rumors’ su possibili rincari del balzello sulla vacanza. Con l’ipotesi che lo Stato ne trattenga una parte per finanziare l’Enit (Ente nazionale del turismo) o altre spese.

Tra le voci in libertà che circolano l’eliminazione del tetto massimo attuale (5 euro a notte); l’estensione a tutti i comuni turistici della tassa (oggi applicata solo da 650 municipalità); slegare la tassa dal numero di stelle dell’hotel. Ma anche, proprio per contrastare il fenomeno dei mancati pagamenti, trasformare l’albergatore in esattore (sostituto d’imposta) imponendogli di pagare di tasca propria quello che l’ospite rifiuta di versare. «Assurdo», taglia corto la presidente Aia Patrizia Rinaldis.

«Comunque chi non versa – continua – magari perché manco chiede i soldi al cliente, fa concorrenza sleale a tutti gli altri, e va colpito: Ma non si pensi di alzare il tetto massimo dell’imposta, non siamo Firenze o Roma». «Operatore esattore? Un falso problema, sul quale il Governo deve confrontarsi con le associazioni degli albergatori – dice l’assessore al Bilancio Gianluca Brasini –. Ma spazio ai ‘furbi’ non può essere concesso. Occorre migliorare il sistema dei controlli e quindi sanzionatorio, che andrebbe stabilito con legge nazionale». Brasini concorda sull’estensione a tutti i Comuni dell’imposta di soggiorno: «Eviteremmo la solita guerra tra poveri» (in Riviera è applicata da tutti tranne Bellaria). Ma avverte: «No all’assorbimento di parte della tassa dal Governo centrale, come si fa con l’Imu». Stesso disco dalla Rinaldis: «Non finisca nel calderone nazionale, neanche per Enit. Servono invece direttive precise ai Comuni per un corretto riutilizzo dei soldi in ambìto solo turistico, come fa Rimini».