Rimini, oggi si vota. L’avversario da battere è l’astensione

Otto i candidati in corsa, 117.044 gli elettori chiamati alle urne

I candidati di Rimini

I candidati di Rimini

Rimini, 5 giugno 2016 – Il vero avversario da battere alle urne sarà l’astensionismo. Perché oggi è l’ultimo giorno di RiminiWellness, ed è anche l’ultimo del lungo ponte iniziato il 2 giugno. Perché molti dei 117.044 riminesi chiamati al voto hanno la tessera elettorale non più valida (avendo esaurito tutti gli spazi a disposizione), e forse nemmeno se ne sono accorti. E poi perché l’affluenza alle urne negli anni è andata constamente calando: alle comunali del 2011 fu appena del 68%. L’incubo dell’astensionismo ha fatto passare la notte in bianco agli otto candidati sindaci in corsa oggi per le comunali di Rimini, sostenuti da 18 liste e 517 candidati al consiglio comunale.

La partita si annuncia apertissima. E già, secondo molti, si prospetta il ritorno alle urne il 19 giugno, giorno fissato per il ballottaggio. Il sindaco uscente Gnassi, sostenuto dal Pd e da altre 5 liste a supporto, se la dovrà vedere soprattutto con Marzio Pecci, il candidato del centrodestra voluto dalla Lega Nord e sostenuto da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Uniti si vince. L’ex grillino Luigi Camporesi, dopo aver ottenuto tre consiglieri pentastellati nel 2011, ci riprova con tre liste civiche a sostegno, formate in gran parte da ex attivisti del M5s come lui. Della corsa fanno parte Ada Di Campi, l’ex poliziotta ferita dalla Uno Bianca e candidata con Il popolo della famiglia, l’ex assessore Sara Visintin con Rimini in comune - diritti a sinistra, il leader di Forza Nuova Mirco Ottaviani, Marina Mascioni di Fronte nazionale e infine Mara Marani di Rimini people, lista che ha trovato l’appoggio di vari esponenti di Sel e Rifondazione. Con così tante liste e candidati sindaci, il ballottaggio per molti sembra già scritto. In fondo non sarebbe una grande novità per Rimini. Da quando il ballotaggio è stato introdotto (nel 1993), il sindaco a Rimini è stato eletto al primo turno soltanto una volta: capitò a Ravaioli nel 2006, al suo terzo mandato. Nelle altre consultazioni, c’è sempre voluto il secondo turno. Il ballottaggio è stato necessario a Chicchi nel 1995, per battere Gentilini, e per due volte a Ravaioli, nel 1999 contro lo stesso Gentilini e poi nel 2001 contro Spigolon. Dal ballottaggio è passata anche l’elezione di Gnassi, nel 2011, vincente soltanto al secondo turno contro Gioenzo Renzi.

Solo stanotte sapremo se si dovrà tornare alle urne o meno il 19. Per chi ha la tessera non più valida o l’ha smarrita, gli uffici elettorali faranno gli straodinari. Restano aperti oggi dalle 7 alle 23 per il rinnovo della tessera sia l’ufficio centrale in via Caduti di Marzabotto, sia quelli di corso d’Augusto, Miramare, Viserba, Corpolò, Santa Giustina e in via Bidente.