Omicidio a Badia, tracce di coca nella casa della morte

L'ex cuoco, accusato di avere ucciso Lorenzo Ferracin, si chiude nel silenzio

Giorgio Pasqualini, 68 anni A sinistra, gli investigatori al lavoro

Giorgio Pasqualini, 68 anni A sinistra, gli investigatori al lavoro

Rovigo, 5 gennaio 2017 - C’è l'ombra cupa della cocaina sull’omicidio di Lorenzo Ferracin, 45 anni, di Lendinara accoltellato a Badia, la notte di Capodanno, da Giorgio Pasqualini, 68 anni, ex cuoco agli arresti domiciliari per droga. Sul luogo del delitto, il bilocale di proprietà di Pasqualini, gli investigatori, assieme alla pistola giocattolo con cui secondo l’anziano Ferracin lo avrebbe minacciato di morte, è stata infatti trovata della cocaina. Si tratta di una quantità esigua di sostanza stupefacente destinata ad uso personale.

E proprio a causa della droga l’imbianchino di Lendinara, separato e padre di una figlia, si sarebbe recato la notte del 31 dicembre a casa del pensionato, che ha alle spalle alcuni precedenti legati proprio allo spaccio. Ieri Pasqualini interrogato in carcere dal gip Alessandra Martinelli si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’uomo è apparso lucido e cosciente di quanto accaduto, ma ha deciso di non rispondere alle domande del giudice che, in queste ore, dovrà decidere se convalidare o meno il fermo disposto dal pubblico ministero Andrea Girlando con l’ipotesi di omicidio volontario. Intanto oltre all’autopsia, in questi giorni avrà luogo l’incidente probatorio richiesto dal difensore Franco Capuzzo per fare chiarezza sull’intera dinamica. Sono cinque le coltellate che Pasqualini avrebbe inferto al fianco e alla gamba della vittima con l’intenzione, secondo quanto sostiene il suo legale, di difendersi dall’imbianchino. Quest’ultimo avrebbe infatti estratto dalla tasca una pistola giocattolo, minacciando. Ad allertare i carabinieri dopo il delitto era stato lo stesso Pasqualini. Ma l’ipotesi della legittima difesa non convince la Procura, in quanto sulla vicenda ci sarebbero ancora troppi punti oscuri.

Sembra infatti che il 68enne abbia fatto entrare la vittima in casa, senza insistenti richieste da parte di quest’ultima. E’ stato inoltre smentito dalle indagini il racconto di alcuni vicini che avrebbero sentito, la notte di Capodanno, il lendinarese bussare con violenza alla porta di Pasqualini. I due dunque si conoscevano e forse avevano un appuntamento. A chiarirlo potrebbero essere i tabulati dei cellulari, a breve a disposizione del pubblico ministero. Non si esclude al momento che fuori o addirittura all’interno dell’abitazione durante l’omicidio fosse presente una terza persona. Nessun mezzo di trasporto, in particolare la bicicletta con cui il 45enne si spostava, è stato trovato a Badia. La stessa bici sembra sparita nel nulla, assieme al cellulare della vittima.