Rovigo, pensionato si ferisce a un piede. Muore dopo un calvario di 3 mesi

Sono indagati nove medici dell’ospedale Sant’Anna di Ferrara

Luigi Marangoni, 64 anni, di Ariano, aveva tre figli

Luigi Marangoni, 64 anni, di Ariano, aveva tre figli

Rovigo, 19 gennaio 2018 - Nove medici indagati per omicidio colposo. Otto nefrologi e un’internista, tutti in servizio all’arcispedale Sant’Anna di Cona, in provincia di Ferrara. L’inchiesta è nata a seguito della morte di Luigi Marangoni, 64 anni, di Ariano, artigiano che da tempo aveva smesso di lavorare a causa della sua invalidità. L’uomo si era trasferito nella città di Ferrara qualche anno fa. Il pubblico ministero Sabrina Duò ha disposto l’autopsia su rogatoria, perché il corpo si trova in Polesine, ma l’indagine è di competenza della procura della Repubblica di Ferrara. E là resterà anche se il decesso è avvenuto il 3 gennaio nell’ospedale di Rovigo.

L’inchiesta è nata da un esposto della moglie della vittima che era stata a lungo ricoverata nell’ospedale di Cona. Secondo gli avvocati della donna, lo «Studio 3A», il 64 enne «si era procurato una ferita ad un piede, ma da allora è stata solo una lenta, dolorosa e inspiegabile agonia, fino alla morte». Sono proprio i legali a raccontare questa triste e drammatica storia. Spiegano che «la via crucis di Marangoni, invalido a causa della sua patologia diabetica e delle cure di dialisi a cui era sottoposto» sarebbe iniziata il 21 settembre 2017 quando si era infortunato in casa ad un piede. Il medico di base gli avrebbe consigliato di prenotare una visita specialistica e di chiedere l’intervento degli assistenti domiciliari. Il 2 ottobre sarebbero cominciate le medicazioni da parte di questi ultimi i quali, nonostante la moglie continuasse a insistere sull’opportunità di ricoverare il marito all’ospedale, l’avrebbero rassicurata sostenendo che la ferita non era grave e che non era in atto alcuna infezione, come invece lei stessa temeva. Poi sarebbero iniziati forti dolori al petto, tant’è che agli inizi di ottobre, e successivamente, a novembre l’uomo è stato ricoverato presso l’ospedale di Cona, nel reparto di nefrologia. «E da qui inizia il suo calvario – spiegano gli avvocati della moglie —. Durante la degenza i medici cambiano spesso la terapia e i medicinali». Ma l’infezione al piede pian piano «cammina» e si sviluppa sempre più.

«Il suo corpo comincia ad assumere sembianze disastrose, è bollente al tatto, presenta rossori diffusi che gli procurano anche un insopportabile prurito», continuano nel racconto. Vedendo le condizioni del marito peggiorare a vista d’occhio, il 9 dicembre, la moglie decide di trasferirlo nell’ospedale della nostra cittadina. Qui i sanitari cercano di fare di tutto per salvare il paziente, ma il piede ormai è andato in cancrena e glielo devono amputare. Fino a quando il 3 gennaio l’uomo si spegne. Sconvolta dalla perdita, non sapendo capacitarsi della tragedia e nutrendo molti, troppi dubbi sulle cure prestate al proprio caro, la consorte per fare piena luce sui fatti, attraverso il consulente Luigi Peron, ha deciso di rivolgersi allo studio legale. Il 6 gennaio è stato presentato un esposto presso la stazione dei carabinieri di Ferrara, con la richiesta all’autorità giudiziaria di disporre gli opportuni accertamenti.