A 14 anni sotto choc per le bombe russe

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La guerra in Ucraina e le conseguenze dirette e indirette di un conflitto sanguinoso sugli adolescenti. Le scorse settimane all’ospedale materno-infantile Salesi di Ancona è arrivata una ragazzina che viveva proprio nel Paese martoriato dalle bombe e dalla violenza. La giovane, 14-15 anni circa, era ricoverata in un ospedale di Kiev, la capitale ucraina, quando le bombe hanno iniziato a cadere sulla città a fine febbraio. La giovane aveva alcuni problemi psicologici ed era seguita dalle autorità sanitarie del Paese dell’Europa orientale. Nei giorni immediatamente successivi all’inizio dell’invasione russa lei è stata una delle pazienti a essere evacuati dall’ospedale, considerato non più sicuro. La sua patologia doveva essere seguita con cura e a Kiev non c’erano le condizioni sufficienti per farlo. Da qui una corsa contro il tempo per evacuarla da Kiev e poi dal paese. La grande solidarietà dell’Italia ha consentito di accogliere quasi 100mila profughi ucraini, donne, bambini e anziani per la stragrande maggioranza dei casi. L’altruismo delle organizzazioni e dei civili del nostro Paese hanno aiutato la minorenne che alla fine è stata accolta a Fermo. La sua condizione patologica richiedeva però un ricovero nell’unità di neuropsichiatria infantile del Salesi dove viene seguita dal personale medico. È stata proprio lei a raccontare delle bombe che cadevano sulla città, la paura e la necessità di essere portata via. Il suo caso patologico è stato peggiorato dal terrore della guerra.