Accusato di violenza sessuale: assolto un papà

Una vicenda giudiziaria durata dieci anni partita dalle rivelazioni delle due figlie minorenni: una ha poi ritrattato l’intero racconto

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Prima condannato a nove anni per violenza sessuale aggravata sulle figlie, poi assolto "perché il fatto non sussiste". Dopo dieci anni di aule di tribunali, con il processo migrato addirittura fuori dalle Marche, torna il sereno nella vita di un operaio dell’entroterra Senigalliese. Ci sono voluti quattro tribunali diversi prima di vedersi riconosciuto quanto anche una delle due figlie aveva ritrattato parlando di clamorose invenzioni. Il proscioglimento per l’uomo, 50 anni, è arrivato il 16 settembre scorso, dalla Corte di Appello di Perugia. I fatti di cui era accusato, stando al capo di imputazione, sarebbero avvenuti prima del 2007, quando le figlie avevano meno di dieci anni. Solo nel 2013 però erano arrivate le denunce, dopo le confidenze che una delle due presunte vittime aveva fatto nella nuova famiglia dove erano state affidate. In casa non c’era una situazione sana per la crescita delle due sorelle, da parte dei genitori e per questo le bambine vennero affidate a una famiglia. Nel nuovo nucleo una delle due minorenni aveva raccontato le violenze subite anche da parte di altri adulti maschi. Racconti orribili con episodi, così come riferiti allora, avvenuti in una cascina. La madre e il padre delle due sorelline erano finiti accusati entrambi di violenza sessuale aggravata. Il primo per gli atti compiuti, la seconda perché, sapendo, avrebbe omesso di denunciare e proteggere le figlie. In primo grado il 50enne è stato condannato ad otto anni, la moglie assolta. La Corte di Appello di Ancona, a novembre del 2018, aveva confermato al sentenza. Tramite il proprio legale, l’avvocato Domenico Liso, il 50enne ha fatto ricorso in Cassazione che dopo due anni, ha annullato la sentenza di secondo grado trasmettendo gli atti al tribunale umbro. Il 16 settembre scorso la Corte di Appello di Perugia si è pronunciata con l’assoluzione. "Non posso non esprimere la mia soddisfazione non solo per il risultato raggiunto – dice l’avvocato Liso - ma prima di tutto perché con quella pronuncia della Corte di Appello di Perugia si è potuta aver la conferma che, specie per fatti di estrema delicatezza e di assoluta e irrimediabile incertezza come quello sottoposto a un quarto giudizio avanti la Corte umbra, vi sia sempre la possibilità di poter contare su espressioni decisionali sempre e comunque frutto dell’autonomia di un giudizio da una magistratura libera e capace anche di radicali dissonanze con le pronunce rese in un precedente grado dello stesso processo".

Marina Verdenelli