Alluvione, le suore chiedono aiuto per l’orto

Nel monastero viene coltivata anche l’aloe per produrre lo sciroppo utile alla salute: tutto è andato distrutto e coperto dal fango

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L’alluvione del 15 settembre ha distrutto anche l’orto delle suore Benedettine in via delle Caserme, fomoso in città e non solo, per la ricca coltivazione dell’aloe, da cui le monache ricavano prodotti molto ricercati. L’orto, che produceva frutta e verdura, era anche una preziosa fonte di approvvigionamento per le suore stesse. Ora di quella coltivazione ultradecennale resta ben poco e le suore lanciano un appello.

"L’orto, che si trova al di fuori della cinta muraria, è stato sommerso da una quantità indescrivibile di acqua. Per una decina di giorni, abbiamo messo in funzione (h24) una pompa di sollevamento che ha scaricato acqua sulla condotta della fognatura ed ora è rimasto solo il fango – racconta Benedetto Allegro, nipote della badessa –. Le monache sono state molto danneggiate dall’alluvione perché avevano nell’orto una piantagione di aloe che permetteva loro di produrre il relativo sciroppo utile alla salute delle persone e unica loro fonte di sostentamento". La priorità ora è rimuovere tutto il fango presente per poi ricominciare a coltivare gli ortaggi e la frutta e rimettere in piedi la piantagione di aloe che esisteva da 30 anni.

"La rimozione del fango non è un gran spesa, ma la speranza è che possa esserci un piccolo aiuto da parte della comunità. Non importa quanto una persona può riuscire a versare, vorremmo solo aiutare le monache in questa spesa". Chi volesse sostenere le suore Benedettine può effettuare una donazione sul conto del monastero delle benedettine di Senigallia: IBAN: IT79H0306909606100000008929 intestato a "Monastero benedettine S. Caterina", via dell’Angelo 6 Senigallia indicando come causale "per la ricostruzione dell’orto".

Il monastero delle Benedettine, nel cuore del centro storico, è un luogo di culto molto caro ai fedeli di tutta la diocesi e negli anni le suore si sono rese protagoniste di iniziative anche innovative. E’ grazie a loro infatti se a Senigallia c’è la "Culla per la vita". La culla termica, situata in via Dell’Angelo, è stata inaugurata nel 2013. Basta schiacciare il bottone rosso e la culla si apre. E’ così possibile adagiare il neonato e dopo pochi secondi la culla si richiuderà. Da quel momento il neonato è in mani sicure. Un’inziativa contro l’abbandono dei neonati e a tutela della vita.

Giulia Mancinelli