
Assemblea dei lavoratori alla Beko
Alta l’adesione allo sciopero Beko sia nello stabilimento produttivo di Melano che nella sede impiegatizia. "Oltre il 90 per cento dei dipendenti hanno incrociato le braccia per mobilitarsi contro i tagli che sarebbero vista anche se si è ancora in attesa del piano industriale" spiegano i sindacati. "Le assemblee di lunedì – evidenzia Giampiero Santoni, segretario regionale Fim Cisl Marche – sono state molto partecipate e il clima è piuttosto teso di forte preoccupazione. A Fabriano, nonostante l’annuncio di investire in Italia sul cookig, nessuno si sente sicuro o salvo. Anche nella sede impiegatizia c’è forte preoccupazione per le possibili sovrapposizione di enti e uffici. Va sicuramente tenuta alta l’attenzione nell’opinione pubblica ed è necessario un continuo intervento di sostegno da parte delle istituzioni".
Detto fatto: è arrivata anche la convocazione del tavolo ministeriale sulla crisi dell’elettrodomestico. Il secondo round dell’incontro tenutosi giovedì scorso è stato fissato per mercoledì prossimo, tra una settimana. Il ministro Urso e il sottosegretario Bergamotto nell’incontro di giovedì hanno invitato Beko Europe Italia (società nata dall’acquisizione di Whirlpool Europa da parte dell’azienda turca Arcelik) a presentare a breve "un piano industriale che preveda maggiori investimenti in Italia, anche usando gli strumenti che il Governo e le Regioni mettono a disposizione, al fine di scongiurare la chiusura di stabilimenti e a gestire al meglio eventuali ridimensionamenti occupazionali e produttivi".
E ora è stato convocato per il 20 novembre al Ministero delle Imprese, il tavolo sindacale per l’avvio del confronto con Beko Europe Italia sul piano. Si tenta di scongiurare situazioni simili a quelle registrate recentemente in Polonia, dove due stabilimenti sono stati chiusi con conseguenti 1.800 licenziamenti, e nel Regno Unito, con la chiusura di un impianto a Yate.
"In seguito alle assemblee dei lavoratori della Beko, sono state effettuate le 4 ore di sciopero – dice Pierpaolo Pullini (Fiom) -. Fabbrica pressoché ferma a Melano. L’azienda deve dire chiaramente che le produzioni, le funzioni e i livelli occupazionali saranno garantiti sul territorio. Importante adesione anche tra gli impiegati".
Ma a Fabriano gli occhi sono anche puntati sulla difficile questione delle cartiere. Domani mattina a Verona l’incontro decisivo tra azienda e sindacati per studiare come poter ridurre al minimo gli esuberi. L’azienda non ha mostrato disponibilità a recedere o quantomeno congelare la chiusura di Giano.
Sara Ferreri