Cronaca"Coronavirus, da malato a donatore di plasma. Io, medico, divento la cura"

"Coronavirus, da malato a donatore di plasma. Io, medico, divento la cura"

Alberto Borghetti, infettivologo di Castelfidardo: "Sono stato infettato qui dove lavoro, ma ero asintomatico. Quello che è successo ci ha sconvolti"

Il dottor Alberto Borghetti, infettivologo di Castelfidardo

Il dottor Alberto Borghetti, infettivologo di Castelfidardo

Ancona, 30 maggio 2020 - Anima e corpo, ce li ha messi entrambi in questi mesi tragici. La pandemia l’ha affrontata da professionista sperimentando sulla sua pelle la malattia. Il dottor Alberto Borghetti, infettivologo di Castelfidardo, 34 anni da compiere, adesso è il donatore zero di plasma del policlinico "Gemelli" di Roma dove lavora dal termine dell’Università. "Sono stato infettato ma ero asintomatico. Sono stato da poco contattato per lo studio dell’efficacia sul plasma – racconta – Credo che per un medico non esista esperienza più bella di diventare egli stesso la cura".

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L’epidemia il dottor Borghetti l’ha vissuta dall’inizio, l’ha investito in pieno mentre era in servizio con tanti altri colleghi al Policlinico. Il racconto di quelle settimane è tragico ma nelle sue parole si legge tutta la forza di una categoria: "E’ stato drammatico, ci ha sconvolti. C’è stata anche tensione e paura verso l’ignoto. Si conosce molto poco tuttora del virus in effetti. La mortalità al ‘Gemelli’ è stata bassa rispetto al Nord, perché ci sono stati meno casi ma non trascurabile il grosso lavoro di squadra che è stato fatto e che è in corso tuttora".

Riguardo alla cura con il plasma al momento ci sono solo "case series", cioè report con pochi pazienti in cui il trattamento è stato tentato quando altre terapie avevano già fallito. "Per la terapia viene usato plasma cosiddetto convalescente di pazienti guariti da Covid. In queste ‘case series’ si è osservato un beneficio in termini di riduzione della febbre, miglioramento della funzione respiratoria e dei parametri di laboratorio, in alcuni casi già dopo tre giorni dalla somministrazione. Pur essendo un risultato preliminare, tutto ciò fa presupporre un’ottima efficacia e sicurezza. E’ solo una stima ‘occhiometrica’ per ora e comunque non ci sono effetti avversi. Effettivamente il virus viene bloccato. Non è nato adesso il sistema, è stato usato per la Sars del 2004 ad esempio. La novità rispetto alle casistiche precedenti è che lo stiamo somministrando prima che il paziente diventi critico".

Coraggio e professionalità vanno a braccetto, tuttora, perché l’emergenza non è finita. Si naviga a vista ancora, certo, perché il dottor Borghetti e l’equipe dovranno attendere alcune settimane per vedere com’è andata la riapertura di negozi e capire, solo fra diversi giorni, se ci sono state conseguenze negative: "Non mi aspetto una ricaduta. Forse la virulenza del Coronavirus sta cambiando e una parte della popolazione potrebbe già avere anticorpi. Nel futuro non sappiamo se questi resteranno alti e protettivi, se il virus muterà e quindi che cosa ci aspetta in autunno quando avremo anche la ripresa dell’influenza stagionale. Esprimo intanto tutta la mia gratitudine ai promotori del trial sul plasma convalescente, in particolare alla mia stimata collega e amica professoressa Teofili (in prima linea sia sui protocolli che sul campo), al fantastico staff del centro trasfusionale, a tutti i colleghi medici, infermieri, portantini, ooss, addetti alle pulizie e tanti altri ancora, congiunti in questa sfida. Mi rivolgo a tutti, se avete contratto la malattia ora potete restituire il colpo e donare anche voi il plasma, fatelo".