"Così ho piantato migliaia di piante e alberi Voglio ridare ossigeno alle nuove generazioni"

L’incredibile storia di Rolando Marini che in Vallesina ha creato piccoli boschi di cui si cura ogni mattina da tantissimi anni "La prima volta successe a Roma, ero alle Elementari e lo feci con Alcide De Gasperi che ha avviato la prima festa dell’albero"

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di Sara Ferreri

"Alcuni mi vedono come lo scemo del villaggio. C’è chi mi ferma per la strada e mi dice: ‘Ma chi te lo fa fare?’. Io li porto sotto le querce che ho piantato per i miei nipoti e per le nuove generazioni e gli mostro il cardellino che fa il nido su quegli alberi nati da un piccolo seme di cui mi sono preso cura per anni". Lui è Rolando Marini, 80 anni, invalido al 100% eppure custode di migliaia di piante tra Chiaravalle e Jesi passando per Monsano. Nato a Roma, a 27 anni si è trasferito a Jesi dove ha lavorato come meccanico elettricista alla Sima. Ora lo si incontra nella zona di via Spina, via Roma e via del Verziere ad arrampicarsi sulle scarpate con le sue bottiglie di plastica raccolte per strada (erano rifiuti abbandonati) e riempite al canale Pallavicino. Decine di viaggi con la sua bici elettrica ogni giorno la mattina dalle 5,30 e poi il pomeriggio, con una pausa per pranzo e un’oretta di riposo. Tra Chiaravalle e Jesi in prossimità di cavalcavia e ponti la gran parte dei pini e delle querce sono opera sua. Piccoli boschi che danno ossigeno alla città. Lo fa da decenni, nelle zone demaniali e comunali. Eppure in pochi lo sanno. A Jesi nel punto più alto del cavalcavia che collega via Gallodoro al Verziere svetta alta una quercia: ha 26 anni come il nipote Nicola. E così per gli altri 3 nipoti. "Da piccoli dicevamo che gli anziani rubano l’ossigeno ai bambini, io ora glielo ridò" usa l’ironia Rolando.

Una piccola grande storia, di quelle che scaldano il cuore. Rolando è conosciuto dalle forze dell’ordine che, vedendolo grattare con le mani nude il terreno, inizialmente hanno sospettato di lui. La guardia forestale dopo averlo conosciuto ora lo avvicina solo per spiegargli dove piantare senza interferire con la visuale per gli automobilisti e le regole del codice della strada. "Mi è capitato di essere insultato per strada – racconta – e alcune volte chi si occupa dello sfalcio ha tagliato le mie piantine, ma ora ho conosciuto i ragazzi di Europa Verde che mi hanno consigliato di circondare le piante con la ghiaia che prendo alla Rocca (Falconara). Sopra ci metto una lattina o un contenitore che trovo abbandonato per strada". Infatti se alzi gli occhi nella zona di via Gallodoro, via Spina e via Roma noti un mare di lattine che indicano le sue piante, nate per lo più da semi. Gli alberi riportano Rolando all’infanzia: "Sono molto legato agli alberi perché abitavo nella zona del Policlinico Gemelli in una via piena di pini. Con la corteccia realizzavamo i nostri giocattoli. Poi alle elementari, avevo dieci anni, a Monte Mario ho piantato per la prima volta con Alcide de Gasperi che ha avviato la prima festa dell’albero".

Un seme che gli è rimasto per tutta la vita e che porta avanti con grande costanza e sacrificio da cinquant’anni. "Con la mia quinta elementare ho capito la natura osservandola – spiega ancora – Prendo l’acqua del Vallato perché ha molte più sostanze di quella che sgorga dal rubinetto e per non sprecarla – spiega – È una grande fatica. E allora quando mi criticano e mi lanciano improperi chiedo di darmi una mano, di aiutarmi ad innaffiare e far crescere queste piante che non danno fastidio e anzi sono utili. Ma la risposta è sempre la stessa: ‘E chi mi paga?’ ‘Non ho tempo’".

La sua storia è stata raccontata in un video dal regista jesino Alessandro Tesei e Marini è stato appena premiato in questi giorni dall’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio.