Ancona, da un cuore artificiale a un altro di ultima generazione. Primo caso in Italia

L'intervento effettuato all'ospedale Lancisi da una serie di èquipe multidisciplinari degli ‘Ospedali Riuniti’. Il paziente Ennio Carassai, maceratese 71enne: "Torno a vivere"

Ennio Carassai, 71 anni, con l'equipe che lo ha riportato a nuova vita (foto Antic)

Ennio Carassai, 71 anni, con l'equipe che lo ha riportato a nuova vita (foto Antic)

Ancona, 14 marzo 2018 - Il vecchio cuore artificiale, difettoso, sostituito con uno di ultima generazione: primo intervento del genere in Italia, tra i primi al mondo (tentato altre quattro volte). Sostituito il ventricolo sinistro oltre ad una valvola aortica. A consentire l’eccezionale risultato un lavoro di squadra che ha visto in prima linea la cardiochirurgia del Lancisi, l’intero dipartimento di cardiologia, la rianimazione e una serie di èquipe multidisciplinari dell’azienda ‘Ospedali Riuniti’ di Ancona.

Il paziente, Ennio Carassai, ex tecnico della Telecom in pensione, 71 anni, di Macerata, esperto di micologia e appassionato scalatore, adesso, a quasi tre mesi dall’impianto sta bene. Nel gennaio del 2012, senza alcun problema cardiaco pregresso, senza mai aver fumato, una serie di infarti e la scoperta di una grave forma di cardiopatia dilatativa su base ischemica. Al tempo non era stato possibile effettuare questo tipo intervento, da qui il ‘viaggio della speranza’ al Niguarda di Milano, ma il vecchio impianto lo scorso anno ha iniziato a fare le bizze a livello trombotico.

Da qui la necessità di tornare sotto i ferri, stavolta all'ospedale di Torrette di Ancona, con la squadra del professor Marco Di Eusanio, coadiuvato dalle équipe del dottor Gian Piero Perna e del rianimatore Christopher Munch: “Un grande risultato che premia la qualità e l’eccellenza del centro - hanno ricordato il governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, il Rettore della Università Politecnica delle Marche, Sauro Longhi e il direttore generale dell’azienda ospedaliera, Michele Caporossi -. La rete funziona e così la sfida è stata vinta”. Felice il paziente: “Torno a vivere, grazie a tutte le équipe, al personale, alla mia famiglia e in particolare a mia moglie”.