di Raimondo Montesi Cosa pensano gli artisti del presente? Cosa suscitano in loro le immagini e le parole delle due cose peggiori che possano colpire l’umanità: la malattia (che per molti vuol dire morte) e la guerra (idem)? I frequentatori di "Inteatro Festival" potranno vederlo e ‘viverlo’ dal 15 al 18 giugno grazie a 14 spettacoli di 11 compagnie per un totale di 19 recite. In realtà c’è un evento che inizia il 10: "Il gioco dell’oca verde", a cui si potrà partecipare ogni giorno (ore 18.30) nel parco di Villa Nappi a Polverigi. Un gioco di ‘sensibilizzazione ecologica’, per non dimenticare che oltre a guerra e pandemia c’è anche un pianeta da salvare. "Inteatro è uno spaccato sul sentire degli artisti, i quali hanno il potere della visione – spiega Velia Papa che cura il festival ed è direttore di Marche Teatro – Che chiavi di interpretazione danno di questo momento storico?". E visionaria è l’immagine del manifesto ufficiale di questa edizione: "L’artista Benjamin Verdonck si è ‘autopiantato’ con la testa sotto terra. Si è autoescluso, dall’agire e dal pensare. Come lui, tutti noi sospendiamo il giudizio, perché quello che sta accadendo è troppo grande, e le conseguenze imprevedibili. Ma – precisa Velia Papa – il festival è anche ironico, apparentemente leggero, senza retorica. E’ legato al sentire più che al capire". Il coreano Jaha Koo presenta due spettacoli il 16 e 17 giugno. In ‘Cuckoo’ conversa con tre macchine per friggere. "Lui parla della Corea per parlare di sé, ma anche per capire cosa c’è dietro la storia del suo Paese. In ‘Lolling and Rolling’ mostra come i coreani imitano gli americani, arrivando perfino a operazioni chirurgiche alla bocca". Olivier De Sagazan (18 giugno), già ospite a Villa Nappi con la Central Saint Martins di Londra, "lavora sul tema ...
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