REDAZIONE ANCONA

"Elettrodomestico, la crisi non si ferma"

La Fiom lancia l’ennesimo allarme chiedendo un tavolo a Roma e punta l’attenzione sulla situazione di Elica: "Riduzione del fatturato"

"Elettrodomestico, la crisi non si ferma"

Continua a preoccupare la situazione produttiva e occupazionale del Fabrianese. A lanciare il nuovo allarme è la segreteria Fiom di Ancona: "Ancora flessioni per l’azienda di cappe di Fabriano all’inizio del 2024 – rimarca Pierpaolo Pullini -: persiste la contrazione di volumi che riguarda l’intero comparto e da cui non viene risparmiata neanche Elica. In assenza di politiche industriali da parte delle Istituzioni e della nuova convocazione del tavolo di settore non più aggiornato da febbraio esprimiamo la nostra preoccupazione per la tenuta delle aziende del settore elettrodomestico". Per la Fiom "i dati della comunicazione trimestrale di Elica, lasciano evincere uno scenario molto preoccupante, se analizzato nello specifico, dovuto non tanto alla riduzione del fatturato che ormai riguarda sia il cooking che il settore dei motori, ma fondamentalmente al continuo aumento dell’indebitamento, salito a oltre 56 milioni di euro e la continua riduzione di marginalità. Basta pensare che gli utili dell’intero gruppo, nei primi tre mesi dell’anno, sono di appena 29mila euro su un fatturato di oltre 117 milioni. Dati estremamente preoccupanti che si inseriscono in un contesto difficile e imprevedibile, dove si rende necessario un confronto continuo con le organizzazioni sindacali e l’individuazione di percorsi condivisi. Oggi ci ritroviamo con ammortizzatori sociali aperti per l’intera corporate di Fabriano e contratto di solidarietà in scadenza tra qualche mese a Mergo. Si rende improcrastinabile – incalza Pullini - riprendere al più presto la discussione per riportare al centro i principi dell’accordo sottoscritto dopo la grande mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, per condividere le azioni da mettere in campo".

Nell’ultimo periodo sono usciti dall’azienda 200 dipendenti. La Fiom Ancona chiede quindi con forza all’azienda di "onorare gli impegni presi, analizzando tali punti: - ripristino degli organici, ormai scesi a meno di 350 unità, mentre secondo l’accordo, al termine del periodo dovranno essere di 400: questo solo tramite staffette generazionali e assunzioni dal territorio. Mantenimento degli impegni dei volumi produttivi previsti e concordati, recupero dei periodi non usufruiti di ammortizzatore sociale, visto che la fabbrica sta lavorando da tempo a pieno regime, al netto delle 200 uscite durante le procedure di mobilità". "Siamo pronti, come sempre, a dare il nostro contributo, con le nostre proposte, come già fatto nel 2021, quando scelte incomprensibili del management hanno rischiato di compromettere la sopravvivenza del presidio produttivo del fabrianese" conclude Pullini.