I genitori denunciano due maestre: "Nostro figlio isolato e maltrattato"

Il caso in una scuola dell’istituto comprensivo Giovanni Paolo II di Camerano-Sirolo . La dirigente: "No comment"

I genitori hanno denunciato due insegnanti, citando tutto il corpo docente, e chiedendo un risarcimento pari a centomila euro. Abuso dei mezzi di correzione o di disciplina è il reato contestato dai quei genitori che hanno scritto anche al presidente del Consiglio

I genitori hanno denunciato due insegnanti, citando tutto il corpo docente, e chiedendo un risarcimento pari a centomila euro. Abuso dei mezzi di correzione o di disciplina è il reato contestato dai quei genitori che hanno scritto anche al presidente del Consiglio

Ancona, 2 dicembre 2023 – Quello che è successo in classe al loro figlio di dieci anni, che frequenta la classe quarta di una scuola dell’istituto comprensivo "Giovanni Paolo II" di Camerano-Sirolo, non è andato giù a mamma e papà che hanno denunciato due insegnanti, citando tutto il corpo docente, e chiedendo un risarcimento pari a 100mila euro.

Abuso dei mezzi di correzione o di disciplina è il reato contestato dai quei genitori che hanno scritto anche al presidente del Consiglio dei ministri, l’onorevole Giorgia Meloni, e al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

Tramite il loro legale Alessio Cisco, si sono rivolti pure alla Santa Sede, rigorosamente in latino. "Già dai primi giorni di scuola ho visto mio figlio molto scosso. L’insegnante di religione l’ha etichettato fin da subito come colui che ha rovinato l’equilibrio della classe, usando appellativi come ’ti butto dalla finestra’, ’asso di bastoni’ e umiliandolo davanti a tutti – racconta la mamma nella denuncia – Abbiamo chiesto un colloquio conoscitivo perché nostro figlio ha frequentato tre anni di scuola in Svizzera e domandato alle insegnanti di adottare un Piano didattico personalizzato. Non era il momento hanno detto".

Intanto, i giorni passavano: "Gli atteggiamenti denigratori cominciavano a essere gravi – continua la madre – L’intero corpo docente ha iniziato ad additarlo come elemento di disturbo, isolandolo dalla classe e spesso lasciandolo solo nel banco. Ancora turbato da questi atteggiamenti, si è lamentato che non voleva più andare a scuola. Quelle insegnanti hanno lavorato all’esclusione, all’incitamento all’odio e al bullismo con episodi di maltrattamenti e di esclusione che appunto si sono manifestati fin da subito".

I genitori hanno chiesto un altro incontro: "Abbiamo chiesto un secondo colloquio dove la maestra in questione non si è presentata. Il giorno dopo per i corridoi, udito da una collega, sarebbe andata in classe di nostro figlio dicendo ‘Vado a domare la bestia’. Una volta entrata in classe l’ha subito preso di mira scrivendo sulla lavagna davanti a tutta la classe tutto ciò che lui faceva durante le lezioni, ricattandolo che ce l’avrebbe mostrato il pomeriggio stesso durante la riunione per eleggere i rappresentanti di classe. Questa cosa l’ha sconvolto perché, appunto, viene escluso dai compagni, picchiato e insultato, il tutto legittimato dalle insegnanti".

Con il consenso dell’avvocato, i genitori hanno inserito un registratore nello zaino del bambino: "L’insegnante di religione ha mandato mio figlio in bagno e nel momento in cui è fuori ha aizzato i compagni contro di lui dicendo loro di non parlargli e di girarsi dall’altra parte come faceva lei. E’ tutto registrato. Mio figlio piange tutte le sere e si sente disagiato".

La dirigente scolastica, a conoscenza dei fatti, ha spostato l’insegnante di religione in un’altra classe, ma, contattata dal Carlino, non ha voluto commentare: "Martedì scorso mio figlio era assente. L’insegnante è passata a salutare i suoi alunni dicendo che non può più insegnare in quella classe per colpa del bambino, perché noi abbiamo sporto denuncia penale nei suoi confronti. Nostro figlio l’altro ieri è tornato a scuola ricevendo insulti da parte dei compagni a seguito di quello che è stato detto dall’insegnante".

L’11 dicembre è previsto un incontro testimoniale nello studio dell’avvocato a Roma per comporre il fascicolo d’indagine da consegnare al pm.