Genitori in contrasto sul vaccino per i figli: il tribunale chiamato a decidere su tre casi

Due sono ancora in fase istruttoria. Una coppia si è rivolta al giudice per stabilire chi doveva accompagnare una 15enne alla prima dose

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di Marina Verdenelli

Genitori in disaccordo per la vaccinazione anti Covid dei figli, il tribunale di Ancona sta trattando tre casi. Uno è quello già anticipato giovedì dal Carlino, gli altri due sono in fase istruttoria. Un quarto caso invece ha visto una coppia rivolgersi al giudice per stabilire chi, se il padre o la madre, doveva accompagnare la figlia 15enne al centro vaccinale per somministrarle la prima dose. In tutti e quattro i casi si tratta di ricorsi inoltrati perché a casa l’accordo non si raggiunge. A meno di un anno dall’avvio della campagna vaccinale per la pandemia, indetta anche per i minorenni dai 12 anni in su, arrivano i primi fascicoli anche al tribunale civile dorico che, nel giro degli ultimi due mesi, si è ritrovato a gestire quattro controversie che vedono al centro adolescenti sotto i 18 anni di età.

Tre sono pendenti e una si è conclusa di recente. In tutti i casi in questione le coppie sono separate, non vivono più sotto lo stesso tetto e non sono legate dal vincolo matrimoniale. Le prime tre vedono uno dei due genitori contrario alla vaccinazione per il proprio figlio, o è la madre o è il padre, come nel caso già scritto da Carlino che riguarda un 12enne. Una coppia quindi in contrasto tra loro che ha affidato le proprie ragioni nel ricorso. Per la prossima settimana è previsto il primo esito, proprio sul bambino di 12 anni, che aveva chiesto lui alla mamma di rivolgersi al giudice (il ricorso è stato presentato dalla mamma attraverso un legale). A prendere la decisione sarà un collegio di giudici che emanerà un decreto che autorizzerà o meno la vaccinazione del minorenne. Questa decisione è destinata ad aprire un precedente anche per le prossime discussioni se le condizioni da trattare saranno le stesse. Anche se ogni caso sarà a sé il tribunale seguirà un andamento costante sui ricorsi presentati e su quelli che si presenteranno. Gli altri due casi sono in fase istruttoria e verranno trattati in tempi brevi. Qui non si conosce se è stato sempre un minore a chiedere un intervento del tribunale o sia partito da uno dei due genitori. Le motivazioni fornite dal genitore contrario alla vaccinazione sono state relative alla "pericolosità del siero", ad "eventuali reazioni allergiche" e "la poca conoscenza sugli effetti indesiderati". Nessuno si è professato no vax. La legge prevede di ascoltare anche il minore in tribunale ma questo può essere superato se il parere è stato già espresso e documentato. Per il quarto caso già concluso invece i genitori, madre e padre, erano favorevoli entrambi a farla vaccinare ma non erano in accordo su come gestire la vaccinazione della figlia 15enne relativamente a chi doveva accompagnarla al centro hub, quale centro scegliere, quando, chi doveva firmare la liberatoria. In questo caso il tribunale, esaminata la questione, ha deciso che ad accompagnare la minorenne sarebbe stata la madre e il consenso informato doveva essere essere unanime.