Gli stagionali non si trovano Locali costretti a chiudere

In molti terranno un giorno di stop per garantire la turnazione dei dipendenti. L’assessore regionale Aguzzi punta il dito contro il reddito di cittadinanza

Migration

La stagione è entrata nel vivo, complice anche il caldo anomalo per il mese di maggio, ma permane il problema della carenza di personale per moltissime attività. In primis quelle stagionali come ristoranti e alberghi, i cui titolari da mesi lamentano la difficoltà di trovare camerieri, cuochi, addetti alle pulizie, receptionist, bagnini, portieri etc. Troppe ore di lavoro, sabati e domeniche sempre impegnati, paghe non adeguate sono alcune delle cause del rifiuto da parte dei giovani, che preferiscono altri tipi di impiego, magari più stabili, continuativi e con più tempo libero. E così la mancanza di personale ha spinto qualcuno a mantenere il giorno di chiusura settimanale perché altrimenti non riuscirebbe a garantire la turnazione al personale dipendente. A confermare questo trend preoccupante è l’assessore regionale al Commercio Stefano Aguzzi. "Il problema del lavoro è molto serio – ha dichiarato a margine del Consiglio regionale – soprattutto per quanto riguarda la stagione turistica estiva: non si trova personale. Ci sono molte attività che si stanno lamentando di questo: addirittura alcuni ristoratori dicevano che dovranno continuare per tutta l’estate a mantenere il giorno di chiusura settimanale perché altrimenti non riescono a garantire le turnazioni a dipendenti che hanno. Questo è un problema serio e sinceramente mi meraviglia anche molto perché abbiamo tante persone iscritte all’ufficio di collocamento, al centro per l’impiego, però poi quando le imprese ricercano professionalità sia nel mondo del turismo ma anche in altre realtà e di attività legate all’industria, spesso non trovano personale". Aguzzi tira in ballo anche il reddito di cittadinanza, che secondo qualcuno sarebbe disincentivante alla ricerca di lavoro. "Certo il Rdc non aiuta in questo senso – sottolinea Aguzzi – ed è fortemente diseducativo perché incentiva a non cercare lavoro ma a mantenersi con un sussidio: occorre iniziare a pensare a come superare questo stato di cose".