
Il distributore self service "spacca" il centro
Un locale di macchinette e distributori automatici in pieno centro: il "Take a break" di piazza Roma fa discutere, e anche molto. Dopo la notizia che abbiamo dato sul Carlino di domenica circa l’apertura di un negozio self service di macchinette nel cuore della città, la pagina Facebook del nostro giornale è stata subissata di commenti. Il titolare, Samir Lababidi, aveva raccontato come l’idea fosse nata per via della difficoltà a reperire lavoratori e soprattutto per un fatto di massimizzazione di costi: "Qui non serve personale e io mi limito a controllare eventuali guasti". Lui, originario del Libano, ma in Italia dall’età di 17 anni, è già titolare della catena anconetana ‘L’arte della pizza’, in via Benincasa e corso Amendola: "I costi della pizzeria sono lievitati, al contrario, col self service è tutto automatico e l’impegno, a livello di tempo, è di due-tre ore al giorno".
Ma sul web, l’opinione pubblica si divide. Un lettore sottolinea come "in Giappone sia pieno di distributori simili, aperti 24 ore su 24", mentre il signor Giuseppe sottolinea come "questo sia lo specchio di una città moribonda". Per qualcun altro è "sempre peggio…Invece sarebbe meglio formare i dipendenti e farli sentire importanti. Si pensa al business e basta. Ad Ancona – sottolinea l’internauta – poco investimento e molto guadagno, questa è la prova: una città di grandissime potenzialità ma di scarso gusto. Un esempio sono i menù cartacei incollati con il nastro da elettricista quasi illeggibili in pieno corso Mazzini. Sono pochissimi gli esercizi che cercano sempre di migliorarsi. Invece del distributore forse avrebbe fatto meglio ad aprire una pizzeria (o una focacceria). Ma poca spesa molta resa…".
E ancora: "L’utenza media di questi luoghi è rappresentata da chi ha una concezione della socialità (e della socializzazione) molto limitata. Certo – prosegue un cittadino – l’introito è assicurato, ma tendiamo sempre di più a vivere da alienati e a non interagire con le realtà umane che si interfacciano con la nostra". Simone fa notare che "la fine del commercio sta arrivando", mentre Giovanni esprime "tristezza" per un’Ancona poco turistica: "Una volta la nostra città era un gigantesco centro commerciale all’aperto, tra verde, monumenti e corsi storici con commercianti (con la C maiuscola). Oggi, saracinesche e serrande tirate giù e fa notizia che si apre un buco che distribuisce merendine e bibite".
Nicolò Moricci