Il negozio dato a fuoco nel mirino del giovane

Proseguono le indagini dei carabinieri dopo il rogo dell’altra notte: si lavora per riaprire la struttura

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Ce l’avrebbe avuta con il megastore "Globo" e il suo personale, secondo lui non avvezzo a fare la differenziata. Almeno secondo quanto avrebbe riferito agli inquirenti il 24enne jesino con problemi psichici arrestato giovedì notte dai carabinieri dopochè aveva appiccato le fiamme alla Fiat Punto del padre parcheggiata adiacente alle vetrine del Globo e ‘imbottita’ prima di appiccare le fiamme probabilmente utilizzando benzina o alcol. Il giovane che nell’ultimo periodo lavorava come apprendista pizzaiolo accanto al Globo, si trova in stato di arresto nel reparto di psichiatria dell’ospedale Urbani dove resterà ancora alcuni giorni. La stessa accusa di non utilizzare la raccolta differenziata il giovane l’aveva lanciata appena il giorno prima nella Capitale quando era stato beccato dalle forze dell’ordine a rovistare tra i cassonetti della spazzatura. A Roma aveva cercato anche di raggiungere Papa Francesco, invano. Al momento dell’arresto il giovane avrebbe detto ai militari che voleva salvare il mondo: "L’ultimo che ci ha provato prima di me è finito crocifisso" le sue parole. Ingenti i danni al negozio specie nella parte delle casse, entrando a sinistra e alla merce in esposizione, la gran parte della quale si è comunque salvata. Si lavora nel megastore per arrivare alla riapertura già la prossima settimana. Il giovane, secondo quanto stanno ricostruendo i carabinieri, anche grazie alle telecamere di sorveglianza, sarebbe stato visto da alcuni testimoni mentre appiccava le fiamme e girava un video con il suo telefonino. Tutto era iniziato giovedì quando, presi tre slip a 9,90 euro dagli scaffali, il giovane non voleva pagarli. Poco dopo sarebbe tornato con 20 euro per pagarli e dicendo alla commessa di tenere il resto. Più tardi sarebbe tornato comprando 300 euro di vestiario e coperte.

Sara Ferreri