REDAZIONE ANCONA

Inquinamento, tutti assolti: "Ora clima più costruttivo"

"Il fatto non sussiste" e così escono di scena l’Api, l’ad dell’epoca Cogliati e il responsabile dell’ufficio Ambiente e Sicurezza. Delusione tra i comitati.

La raffineria Api

La raffineria Api

Inquinamento ambientale e cattivi odori a Falconara, la Raffineria Api vince il processo di primo grado: assolti la società, l’amministratore delegato Giancarlo Cogliati e il responsabile dell’ufficio Ambiente e Sicurezza Giovanni Bartolini perché "il fatto non sussiste".

La sentenza, la prima che si è conclusa per l’annoso problema delle esalazioni lamentate dai cittadini e dalle associazioni ambientaliste, è arrivata ieri pomeriggio ed è stata emessa dalla giudice Paola Moscaroli. Un verdetto atteso dalle parti civili costituite, comitati e cittadini, e anche scontato dopo che la stessa Procura, con il pubblico ministero Paolo Gubinelli, aveva chiesto l’assoluzione per l’inquinamento ambientale colposo e il non doversi procedere per le altre accuse per sopraggiunta prescrizione (erano il getto pericoloso di cose, la mancata applicazione del piano interno di sicurezza ed emergenza e la violazione delle prescrizioni in materia ambientale stabilite dal ministero).

Quello concluso ieri è il primo procedimento, arrivato a dibattimento per la raffineria di Falconara, quello che si era incardinato dopo i numerosi esposti dei residenti contro i cattivi odori avvertiti dalla popolazione dal 2013 al 2018. Un processo mirato a capire se le emissioni sentite erano inquinanti e pericolose per la salute dell’uomo. La Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per i due imputati a maggio 2019, tirando in ballo anche la società sui cattivi odori avvertiti in quegli anni. Le motivazioni sull’assoluzione usciranno tra 90 giorni. Delusione tra i cittadini e i comitati. "L’assoluzione è con formula dubitativa - ha osservato l’avvocato Monia Mancini, legale per 43 cittadini che si erano costituiti parte civile - è il secondo comma dell’artico 530 dove il giudice pronuncia sentenza assolutoria quando manca, è insufficiente o contraddittoria la prova che il fatto sussiste, vedremo le motivazioni per capire la decisione. Fuori dalle aule resta una domanda: cosa fa la pubblica amministrazione che dovrebbe tutelare i cittadini? Il processo è l’estrema ratio, non ci si dovrebbe arrivare per chiedere buona qualità dell’aria". "Rammarico e delusione per il mancato accoglimento dei nostri diritti - hanno detto i comitati Mal’Aria e Ondaverde - perché non ci è stato riconosciuto quello di poter godere di una qualità della vita accettabile".

La Raffineria, in una nota, ha sottolineato come la sentenza conferma "che Api ha operato nel pieno rispetto delle normative ambientali, si tratta di un pronunciamento netto che rende merito all’attenzione da sempre riposta verso l’integrità delle sue operazioni e la salvaguardia dell’ambiente". "L’azienda si augura - continua Api - che questo processo, svoltosi nel reciproco rispetto delle parti, contribuisca a garantire un clima di lavoro più costruttivo nel territorio in cui opera e investe da oltre 90 anni".

Marina Verdenelli