"La buona novella" rivive con Marcorè

Le Muse ospitano da giovedì a domenica la prima nazionale dello spettacolo co-prodotto da Marche Teatro

"La buona novella" rivive con Marcorè

"La buona novella" rivive con Marcorè

Uno dei capolavori di Fabrizio De Andrè torna a teatro. Non è la prima volta che ‘La buona novella’ rivive su un palcoscenico. E’ però una prima nazionale quella che andrà in scena da giovedì (ore 20.45) a domenica (ore 16.30) al Teatro delle Muse di Ancona.

Grande protagonista sarà Neri Marcorè, affiancato da Rosanna Naddeo. Drammaturgia e regia sono di Giorgio Gallione, gli arrangiamenti e la direzione musicale di Paolo Silvestri. Sul palco ci saranno Giua (voce e chitarra), Barbara Casini (voce, chitarra e percussioni), Anais Drago (violino e voce), Francesco Negri (pianoforte) e Alessandra Abbondanza (voce e fisarmonica).

Con questo lavoro, co-prodotto da Marche Teatro, Marcorè torna a confrontarsi con De Andrè in un nuovo spettacolo di teatro canzone.

Dopo il successo di ‘Quello che non ho’, Marcorè e Gallione rinnovano il loro sodalizio artistico nel nome del grande cantautore genovese portando in scena il suo primo concept album.

Di taglio esplicitamente teatrale, "La buona novella" è costruita quasi nella forma di un’opera da camera con partitura e testo composti per dar voce a molti personaggi: Maria, Giuseppe, Tito il ladrone, il coro delle madri, un falegname, il popolo.

Ed è proprio da questa base che prende le mosse la versione teatrale.

"Questo spettacolo è pensato come una sorta di Sacra Rappresentazione contemporanea che alterna e intreccia le canzoni di de André con i brani narrativi tratti dai Vangeli apocrifi cui lo stesso autore si è ispirato: dal protovangelo di Giacomo al Vangelo dell’Infanzia Armento a frammenti dello Pseudo-Matteo – scrive il regista -. Prosa e musica sono montati in una partitura coerente al percorso tracciato dall’autore nel disco. I brani parlati, come in un racconto arcaico, sottolineano la forza evocativa e il valore delle canzoni originali, svelandone la fonte mitica e letteraria. La valenza rivoluzionaria della riscrittura di De Andrè sta nella decisione di un laico di affrontare un tema così anomalo per qui tempi".

"Compito di un artista credo sia quello di commentare gli avvenimenti del suo tempo usando però gli strumenti dell’arte: l’allegoria, la metafora, il paragone". Questa dichiarazione di De André è emblematica di come l’autore si sia posto, in tempi di piena rivolta studentesca, nei confronti di un tema così delicato e dibattuto dal punto di vista politico e spirituale.