Le cooperative sanitarie: "Così siamo al collasso"

Nel mirino la Regione e il mancato adeguamento delle rette, bloccate al 2014 "Per ora solo promesse, ma adesso non ce la facciamo più. Pronti alla protesta".

Le cooperative sanitarie: "Così siamo al collasso"

Le cooperative sanitarie: "Così siamo al collasso"

"Dalla Regione solo promesse. Rette bloccate al 2014, siamo pronti a scendere in piazza per far valere le nostre ragioni". Cooperative socio-sanitarie sul piede di guerra. Ieri, in centro, la riunione di Confcooperative Federsolidarietà Marche, presieduta da Giorgia Sordoni, Agci Imprese Sociali di Orietta Zitti e Legacoopsociali, il cui esponente marchigiano è Christian Gretter. Alla conferenza, anche il Cica, Coordinamento italiano Casa alloggio Hiv/Aids. Un incontro per dare un ultimatum alla giunta regionale: "Stiamo chiedendo da tempo alla Regione di riconoscere gli adeguamenti tariffari necessari per i servizi extraospedalieri. Le strutture operano nel campo della compartecipazione Lea (livello essenziali di assistenza, ndr) in ambito socio-sanitario. Chi lavora con le persone disabili o fragili (come gli affetti da Aids), o con coloro che presentano disturbi mentali è allo stremo. Le nostre sono realtà in grande difficoltà", ha evidenziato Sordoni insieme ai due omologhi.

"I costi che ci vengono riconosciuti sono fermi al 2009, anzi – si corregge – al 2014". Zitti ha sottolineato come "l’impegno per ora solo verbale della Regione debba tramutarsi quanto prima in una effettività pratica", mentre Gretter ha fatto notare come le varie cooperative abbiano rinnovato i contratti di lavoro con i propri dipendenti nonostante i vari rincari, l’inflazione e via dicendo. Questo aumenta il gap tra i costi riconosciuti e quanto invece le coop sostengono.

"Il valore del riconoscimento è il valore al lavoro di cura che facciamo. Parliamo di diritti esigibili, lavoriamo nell’ambito dei servizi Lea e non ci sentiamo ascoltati. Sono mesi – riflette Sordoni – che chiediamo alla Regione di aiutarci, considerando che noi eroghiamo servizi che sarebbero in capo al Sistema sanitario regionale. Ad oggi, abbiamo avuto soltanto promesse verbali, ma nessuna ricaduta concreta. Nell’ultimo incontro del 7 maggio scorso, con i funzionari tecnici (non politici, ndr) del Dipartimento salute, ci è stato detto che entro giugno si sarebbe fatto qualcosa. Ma noi – puntualizza – non vediamo ancora nulla. E la nostra attività – ribadisce – è rivolta a migliaia di persone fragili".

Cooperative sull’orlo del baratro, organizzazioni a rischio collasso che potrebbero chiudere dall’oggi al domani: "Le rette che sostengono questi servizi sono bloccate dal 2014. Nessun adeguamento economico nonostante gli aumenti contrattuali del Ccnl. Con tutti i rincari che ci sono stati negli anni (trasporti, costo del lavoro, utenze) e senza alcun adeguamento Istat, noi non sappiamo come fare. E non possiamo certamente chiedere soldi alle famiglie, perché non siamo privati". Eppure, il presidente della Regione, Francesco Acquaroli e l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini, avevano dimostrato apertura: "Ci hanno demandato al personale tecnico e poi più niente. Se non avremo risposte, scenderemo in piazza. Così saranno costretti ad ascoltarci".

Nicolò Moricci