Le guerre viste da Angeli e la "musica con amore" dei balcanici ‘tAman’

Il festival Adriatico Mediterraneo saluta il pubblico con un doppio appuntamento tra approfondimento sulla Bosnia di ieri e di oggi e il concerto alla Mole

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L’ultima giornata dell’Adriatico Mediterraneo Festival di Ancona coincide con la tradizionale ‘Festa del Mare’. Per questo l’appuntamento finale della rassegna, il concerto di tAman, in programma alle ore 21.15 alla Mole Vanvitelliana, si concluderà a un orario che consenta al pubblico di arrivare al Porto antico entro le 23, quando il cielo inizierà a colorarsi dei fuochi d’artificio. L’edizione 2022 del festival, come è noto, è dedicata alla Bosnia. Non sorprende quindi che alle ore 19, in piazza del Papa, si terrà un incontro dal titolo molto esplicativo: ‘La Bosnia di ieri e di oggi, la lezione di quella guerra’. Vi prenderanno parte Andrea Angeli, già funzionario Onu-Nato, e Pierfrancesco Curzi, giornalista e scrittore. L’incontro sarà moderato da Jurij Bogogna, giornalista Rai. Angeli ha operato in numerosi teatri di guerra tra cui Cile (durante il regime di Pinochet), Iraq, Namibia e Cambogia. I suoi gesti di coraggio e altruismo, oltre i limiti del proprio dovere, non hanno potuto essere documentati, dato l’ambiente proibitivo nel quale si sono realizzati, salvo un episodio, il salvataggio di Rosaria Bartoletti, l’ultima italiana rimasta a Sarajevo al tempo della guerra in Bosnia ed Erzegovina. Poi spazio alla musica con il concerto di tAman ovvero "musica con la giusta quantità di amore". Il sangue balcanico scorre attraverso questi cinque maestri trasmutando le malinconiche melodie bosniache e macedoni in qualcosa di ottimista, ritmicamente selvaggio e irresistibile. In tAman si fondono pathos balcanico e passione urbana, si rielaborano audacemente i tradizionali desideri romantici di sevdalinke e le canzoni popolari bosniache. I membri del gruppo (Maida Džinic, Jelena Ždrale, Jelena, Marjan Stanic, Nino de Gleria e Luka Ropretsi) si sono incontrati per la prima volta nei centri per rifugiati di Lubiana nel 1995.