Matteo Pacinotti morto: l'imprenditore di Ancona stroncato da infarto

Era amministratore e responsabile commerciale dell’azienda di famiglia che si occupa di forniture ospedaliere: aveva 44 anni

Matteo Pacinotti, anconetano di quarantaquattro anni e imprenditore, era molto conosciuto

Matteo Pacinotti, anconetano di quarantaquattro anni e imprenditore, era molto conosciuto

Ancona, 16 maggio 2021 - E’ venuto improvvisamente a mancare giovedì scorso Matteo Pacinotti. Un arresto cardiaco l’ha sottratto all’affetto della sua famiglia e di quanti lo conoscevano e gli volevano più bene. Che in città erano davvero tanti. Matteo Pacinotti, anconetano di quarantaquattro anni e imprenditore, era un personaggio particolarmente conosciuto e apprezzato, in città e non soltanto, visto che l’azienda di famiglia, fondata nel 1984 e che si occupa di forniture ospedaliere e dispositivi medici, ha contatti con tutta Italia. Matteo era amministratore e responsabile commerciale della Pacinotti srl, dove lavorava insieme alla sorella Chiara, ed era il fratello di Filippo, campione di vela e direttore commerciale di Ab Medica, gruppo di cui fa parte l’azienda Pacinotti.  

Abitava nella sua villa di Gallignano, il suo "buen retiro" da quando l’aveva ultimata, pochi anni fa, in precedenza aveva abitato anche a Milano, insieme al fratello. Era un personaggio geniale, incredibile, "o lo amavi o lo odiavi" raccontano i suoi amici, ma erano molti di più quelli che apprezzavano le sue incredibili doti umane e comunicative di quelli a cui non andava a genio. Perché Matteo Pacinotti era un uomo intelligente, dotato di un’incredibile dialettica, che condiva con la sua erre moscia e con il suo umorismo, e con cui sapeva sempre convincere e farsi ascoltare. Quando in una serata c’era anche Matteo non potevi non accorgertene, racconta chi lo conosceva bene: era capace di stare sempre al centro dell’attenzione con le sue battute, la sua loquacità, la sua proprietà di linguaggio.  

Un personaggio schietto e simpatico, carismatico, talvolta sopra le righe, come quando si trattava di parcheggiare o di guidare l’auto, ma sempre capace di farsi apprezzare. Aveva anche l’innata dote del conquistatore, non s’era mai sposato ma era sempre circondato da belle donne, che ne apprezzavano non soltanto la sicurezza e la posititivà nei confronti della vita, ma anche l’animo sensibile e fragile che sapeva abilmente celare. Era appassionato di belle auto, ma anche di automobili d’epoca, di vintage, di buona musica, di belle cose, come sapeva mostrare la sua casa. Il marketing era la sua specialità: aveva disegnato tutta la linea pubblicitaria dell’azienda e s’era occupato direttamente della comunicazione. Un uomo che sapeva amare la vita ma con cui la vita non è stata così generosa.  

g.p.