SARA FERRERI
Cronaca

Morte di Andreea, frasi choc sul diario: “Miserabile, ammazzati”

Trovata impiccata, l’ex indagato per istigazione al suicidio

Simone Gresti, agli arresti domiciliari per spaccio, è indagato per maltrattamenti e istigazione al suicidio in relazione alla morte di Andreea Rabciuc, che aveva 27 anni

Simone Gresti, agli arresti domiciliari per spaccio, è indagato per maltrattamenti e istigazione al suicidio in relazione alla morte di Andreea Rabciuc, che aveva 27 anni

Jesi (Ancona), 15 novembre 2024 - “Sei una miserabile, handicappata: mi fai far litigare con tutti. Andreea, non ho più nessun sentimento per te.. Quanto sei misera. Mi fai pietà. Sei passata dallo schifo alla pietà. Non sei niente. Ammazzate va! Mi viene da vomitare solo a guardarti in faccia. Mi dispiace perché una volta ti ho voluto bene. Anzi non ti ho voluto mai bene perché sei una m**a”.

Sono alcune delle frasi trovate dagli inquirenti sul diario di Andreea Rabciuc, la 27enne scomparsa nel nulla all’alba del 12 marzo 2022 da un casolare nelle campagne tra Moie e Montecarotto e trovata cadavere quasi due anni dopo. Per sua mamma Georgeta, sarebbe stato Simone Gresti, unico indagato per la morte della ragazza (le indagini della Procura sono appena state chiuse), a costringerla a scrivere quelle frasi nel diario. E Andreea invece di reagire, sottoposta a violenza fisica e psiolgica, sarebbe andata sempre più giù, nonostante la voglia di scomparire e di andarsene da lui, come da lei stessa confessato in un messaggio audio alla sorella di Gresti. Le offese del suo ex sono molto simili a quelle che Gresti, oggi ai domiciliari per spaccio oltre che indagato per maltrattamenti e istigazione al suicidio della ragazza, aveva pubblicato pochi giorni prima su Facebook, rivolte a lei e accanto alle foto di un wc.

Sono questi alcuni degli elementi raccontati mercoledì dalla trasmissione “Chi l’ha visto?” sul caso della ragazza scomparsa dopo un festino in una roulotte con il compagno Simone e altri due amici. Una serata in cui Simone e Andreea avrebbero litigato di continuo. “Lei stava in silenzio più che altro, poi lui le ha preso il telefono e non glielo ha più voluto ridare”, ha detto Francesco, il proprietario della roulotte dove la ragazza ha trascorso la sua ultima notte. “Georgeta: mamma. Simone Gresti! ragazo a qui vorrò bene per sempre. Se mi lasciava il cellulare avrei chiamato a mamma! Ha sempre saputo imporgersi”, le frasi trovate impresse sull’asse di legno del casolare dove la ragazza si sarebbe impiccata.

Ma la mamma di Simone Gresti, dai microfoni di “Chi l’ha visto?”, nel respingere le accuse di violenza nei confronti di suo figlio, si è detta convinta di come quel “ha sempre saputo imporsi” fosse riferito a Georgeta, e non a Simone. Secondo la mamma di Simone, che ha ospitato Andreea in casa, non ci sarebbero stati atteggiamenti violenti, tanto che lei se ne andava, ma poi ogni volta “ritornava”. Intervistati anche i legali di Gresti, che hanno parlato di una ragazza non fragile e capace di intrattenere relazioni anche con altre persone. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Andreea con un’amica si era rivolta anche al centro antiviolenza “Casa delle Donne” di Jesi, mostrando graffi e lividi alle braccia, ma poi aveva scelto di non denunciare.