SILVIA SANTINI
Cronaca

Musica alta e viavai di auto. Allarme all’ex Muzio Gallo

Ospedale abbandonato, i residenti allertano le forze dell’ordine a notte fonda. La struttura fatiscente negli anni è diventata ritrovo di balordi e sbandati.

Musica alta e viavai di auto. Allarme all’ex Muzio Gallo

Musica alta e viavai di auto. Allarme all’ex Muzio Gallo

Sono stati i residenti nel week-end a chiamare le forze dell’ordine dopo avere sentito musica alta provenire dall’ex ospedale Muzio Gallo di Osimo. Qualcuno racconta di avere visto dei ragazzi parcheggiare le auto di fronte all’area ed entrare, rimanendoci per ore. Quella struttura immensa, fatiscente e buia, nelle campagne di Villa, negli anni è stata spesso segnalata come ritrovo di sbandati o ragazzini che per noia tornano in loco per creare ulteriori disordini. Quarant’anni fa la struttura, fiore all’occhiello di Osimo, era in piena attività e si distingueva in particolare per le cure pneumologiche, poi nel 1988 l’ospedale è stato chiuso. Attualmente è sotto gli occhi di tutti lo stato di abbandono e di degrado in cui la struttura e il grande parco che la circonda versano. Nel 2014, un giovane ladro fu addirittura sorpreso a sottrarre cavi in rame e fermato dai carabinieri. A più riprese si è pensato a come recuperarlo, tanto che è stato inserito nell’agenda dei tre candidati a sindaco, ma gli anni passano e la situazione tende a peggiorare ulteriormente. Di recente il sindaco ha scritto all’Ast, proprietaria dell’immobile, in merito alla necessità di mettere in sicurezza l’area con l’integrazione della recinzione e ha sollecitato il taglio di tutta la vegetazione infestante e la rimozione di rifiuti e di ogni condizione di rischio per l’igiene e la salute pubblica. Per quanto riguarda il recupero dell’immobile, anche Pier Stefano Gallo Perozzi, nipote della contessa Ida Fregonara Gallo, che donò l’ex ospedale alla comunità osimana, ha più volte sollecitato gli enti preposti per conoscere il programma di recupero del bene che, proprio per volontà testamentaria, dovrà mantenere l’uso al pubblico servizio assistenziale.