Nella mente della Galea L’interrogatorio e l’autopsia: la verità da parole e perizie

Giornata importante, il legale dell’accusata: "Non voleva uccidere, si è solo difesa. Non aveva denunce e non era mai stata pericolosa".

Nella mente della Galea  L’interrogatorio  e l’autopsia: la verità  da parole e perizie

Nella mente della Galea L’interrogatorio e l’autopsia: la verità da parole e perizie

di Marina Verdenelli

Sarà interrogata oggi, dalla gip Sonia Piermartini, Alessandra Galea, la 49enne accusata di aver ucciso il convivente Fausto Baldoni, 63 anni, nell’appartamento di via Castelli 56, a Fabriano. Alla giudice potrà chiarire cosa è successo sabato mattina, durante un litigio che la coppia ha avuto e che è stato udito anche dai vicini di casa, o potrà scegliere della facoltà di non rispondere. Il suo avvocato, Franco Libori, ribadisce che la donna si è solo dovuta difendere e non c’era nessuna intenzione di uccidere l’agente di commercio con cui viveva stabilmente da due anni. Sulla salute mentale della donna il legale non è intenzionato a chiedere nessuna perizia per ora.

"Non so che tipo di accertamenti hanno fatto i carabinieri – si limita a dire l’avvocato Libori – vedremo in udienza dal gip". Il legale l’ha vista e ha parlato con la sua assistita solo il giorno del fermo. Esclude che abbia precedenti di aggressione o denunce alle spalle e nemmeno che sia una persona pericolosa come i familiari della vittima hanno dipinto, al punto che Baldoni aveva nascosto i coltelli in casa per paura di perdere la vita. La donna non era né in terapia né seguita da nessun centro di salute mentale, né aveva precedenti condizioni da indirizzarla a cure mediche specifiche. Questo perlomeno è quanto risulta al suo avvocato che oggi alle 10 l’assisterà nell’interrogatorio che si terrà in carcere, a Villa Fastiggi di Pesaro, dove la donna è reclusa da sabato, in stato di fermo per omicidio volontario aggravato dalla coabitazione. Sempre alle 10 inizierà l’autopsia, all’ospedale di Torrette, disposta dalla procura e affidata al medico legale Mauro Pesaresi. L’esame dovrà chiarire l’orario della morte, se risale già alla mattina di sabato, come ipotizzato dagli inquirenti, quando i vicini di casa hanno sentito le grida di un litigio. Baldoni da quell’appartamento non sarebbe mai uscito. Alle 13 lo aspettava la sorella Rita, nell’abitazione di Scheggia e Pascelupo, in provincia di Perugia, per un pranzo di famiglia a cui Galea non era stata invitata, ma non è mai arrivato. L’uomo è stato trovato a terra, nella camera da letto, colpito più volte alla testa con una lampada da camera. L’autopsia dovrà indicare anche le cause della morte e se la versione della convivente, che ha parlato di un tentativo di difesa, possa essere sostenibile. La 49enne è tornata in via Castelli solo dopo le 20, quando i vigili del fuoco chiamati dalla sorella di Baldoni per aprire l’abitazione lo hanno trovato a terra ormai morto.