Padre no vax Ancona, il figlio di 13 anni vuole vaccinarsi e va dal giudice

Ricorso d’urgenza presentato al tribunale di Ancona che dovrà decidere visto le divergenze tra genitori separati: primo caso in regione

Ragazzino mentre si fa vaccinare (foto d'archivio Ansa)

Ragazzino mentre si fa vaccinare (foto d'archivio Ansa)

Ancona, 18 novembre 2021 - Ragazzino vuole fare il vaccino, la madre è favorevole ma il padre no. A decidere adesso sarà il tribunale. Finisce davanti al giudice civile un ricorso d’urgenza che riguarda un 13enne della provincia dorica, presentato attraverso un avvocato al tribunale ordinario, che ha espresso la volontà di ricevere il siero contro il Covid-19, responsabile della pandemia ancora in corso. Si tratterebbe di un primo caso, per ora emerso, per il capoluogo dorico e per le Marche. Il ricorso era in discussione ieri a Palazzo di Giustizia e si attende la decisione del giudice dopo la camera di consiglio.

Terza dose nelle Marche: quando e come possono prenotare gli over 40

Il minore, che chiameremo Luca, nome di fantasia per tutelare la sua privacy, sogna giorno e notte di vaccinarsi. Per età rientra nella categoria dei bambini che possono ricevere la dose ma l’ostacolo lo ha trovato in famiglia. Il padre è un no vax, rifiuta di sottoporsi al siero e di conseguenza è contrario che il figlio si vaccini. Di diverse vedute la madre, vaccinata, che era pronta ad accontentare il figlio ma il consenso alla dose deve essere di entrambi i genitori. La coppia è separata e questa del vaccino è una divergenza importante da affrontare.

Tutto è partito dal bambino. E’ stato lui a manifestare la volontà di vaccinarsi, per per due ragioni. Da un lato si ritrova con tutti gli amichetti vaccinati e muniti di green pass con il quale possono andare a mangiare una pizza, andare a vedere una partita, fare sport e fare vacanze senza la schiavitù di ricorrere ai tamponi. Dall’altra lui ha toccato da vicino il Covid, prendendo il virus tempo fa, che lo ha costretto a casa, a isolarsi dalla società per diverse settimane, a rinunciare alla scuola, agli amici.  

La sua è stata una infezione lieve, trascorsa tra le mura domestiche, con qualche linea di febbre, senza il bisogno di ricorrere alle cure ospedaliere. Nonostante abbia avuto il virus però lui non ha più la certificazione verde che gli permette di muoversi liberamente e fare tutte le cose che i suoi amici invece fanno. Come decidere all’ultimo se andare al McDonald’s a fare una pizza dopo lo sport e a cui ha dovuto rinunciare perché questo significherebbe fare un tampone e il tempo per organizzarsi non lo ha. Tanti limiti che stanno minando la sua crescita e la sua serenità.  

Dopo aver vissuto per tanti mesi al chiuso, aver sperimentato la didattica a distanza con la scuola e aver fatto sacrifici pensava di essere finalmente libero ma le limitazioni per lui stanno continuando. Così ha chiesto alla madre di vaccinarsi, ma trovando il padre contrario sempre lui avrebbe detto "andiamo da un giudice, voglio tornare a vivere". Attraverso i canali social e televisivi non è stato difficile apprendere di casi simili al suo, in Italia (l’ultimo a Parma), che hanno interpellato un tribunale per far decidere a chi osserva la legge se può o non può vaccinarsi. Luca attende.