Era arrivata in lacrime, in caserma, con il viso tumefatto e la disperazione addosso. "Aiutatemi, mio marito mi ha picchiato". Dopo pochi minuti l’uomo era stato arrestato per maltrattamenti in famiglia aggravati e lesioni.
La moglie era finita in ospedale con un occhio nero e sette giorni di prognosi. Era il 4 dicembre del 2022, a Falconara. Tutto era scoppiato perché l’uomo aveva visto la moglie fumare una sigaretta.
"Solo le poco di buono fumano, adesso te ne vai da casa", le avrebbe detto il marito prendendola a pugni in faccia. Erano stati i carabinieri della Tenenza a raccogliere il disperato grido di aiuto della donna che si era poi sfogata di altri episodi subiti nel corso del matrimonio durato sette anni.
Per il marito violento ieri è arrivata la condanna a tre anni e sei mesi di reclusione. L’imputato è un moldavo di 41 anni, operaio. La sentenza è arrivata ieri davanti al collegio penale presieduto dal giudice Roberto Evangelisti. Il condannato era difeso dall’avvocato Giorgio Canali.
Il pugno sferrato alla vittima, moldava anche lei, 28 anni, era avvenuto di sera, poco prima di cena. Moglie e marito erano tornati a casa, insieme ai due loro figli minorenni. Quando l’imputato ha visto la donna accendersi una sigaretta l’ha aggredita, davanti ai bambini.
Ferita e spaventata era riuscita a divincolarsi ed era corsa dritta in caserma a chiedere aiuto. Lì aveva raccontato ai militari di essersi sposata nel 2016 e che il marito veniva da un altro matrimonio dove avrebbe maltrattato anche la ex consorte.
Sulla 28enne non era la prima volta che alzava le mani. Le avrebbe impedito anche di uscire, perché geloso, e di frequentare una scuola per estetiste. Tra i due ci sarebbe stata una condizioni difficile di convivenza, anche per questioni economiche, e per un niente il marito si sarebbe sfogato su di lei offendendola e umiliandola. Con la nascita del secondo figlio il marito avrebbe alzato spesso la voce al piccolo e la moglie anche per questo spesso entrava in conflitto con lui, per difendere il bambino.
Già una settimana prima il 41enne l’aveva presa a botte ma lei non aveva denunciato per preservare la famiglia. Senza un lavoro e senza una entrata economica si era rassegnata. Quella sera però il litigio si era fatto particolarmente pericoloso tanto da farla scappare di casa. L’imputato ha sempre rigettato le accuse. Uscite le motivazioni potrà ricorrere in appello. La coppia ora è in fase di divorzio e non vive più insieme da tempo. La donna è stata avviata ad percorso per donne maltrattate che aiuta chi denuncia e lascia la propria casa.
Marina Verdenelli