Ancona, prostituta tenta di ingoiare il telefono con i numeri dei clienti

Scoperte due case d’appuntamenti alle Grazie. La romena aveva opposto resistenza alla polizia. L’altro alloggio affittato da un bengalese a due venezuelane

Estorsione a luci rosse

Estorsione a luci rosse

Ancona, 18 gennaio 2020 - Scoperta a prostituirsi in un appartamento, una volta accompagnata in questura si è messa in bocca il piccolo cellulare che aveva, contenente i numeri dei clienti e le chat, tentando di ingoiarlo e ‘cancellare’ ogni tipo di prova contro di lei. Sono stati proprio i poliziotti ad accorgersene per tempo, riuscendo a intervenire scongiurando le ben più gravi conseguenze del gesto sconsiderato, riuscendo poi a recuperare lo smartphone che attualmente è al vaglio degli investigatori per gli ulteriori sviluppi investigativi.

La giovane prostituta, una 22enne romena, era stata individuata a seguito delle attività volte al contrasto dello sfruttamento e del favoreggiamento della prostituzione nella provincia di Ancona da parte degli agenti della Squadra Mobile dorica che, nell’ultimo periodo, ha effettuato numerosi controlli di appartamenti occupati da ragazze dedite al meretricio. Il blitz è avvenuto in un appartamento in via Manzoni 58 dove la giovane faceva la squillo.

Accompagnata in questura per accertamenti, ha iniziato a opporre una smodata resistenza finalizzata proprio ad evitare la sua esatta identificazione. Successivamente per lei è scattata la denuncia alla competente Procura per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. La giovane ha quindi lasciato volontariamente il capoluogo dorico. Nei guai è invece finito, durante un’altra operazione sempre della Mobile avvenuta questa volta in un appartamento in via delle Grazie 57, pure un cittadino bengalese accusato di favoreggiamento della prostituzione. Si tratta però di una storia singolare poiché i poliziotti hanno scoperto un ulteriore introito che deriva proprio dal meretricio. Gli agenti infatti nelle ultime settimane avevano accertato l’esercizio della prostituzione all’interno dell’abitazione e, fingendosi clienti, erano riusciti a farsi aprire la porta trovando subito due giovani prostitute venezuelane in abiti succinti.

Le successive attività investigative hanno però permesso un approfondimento, riuscendo a identificare anche il proprietario di casa, un cittadino bengalese, denunciato poi per favoreggiamento. Lo straniero infatti aveva ben pensato di approfittare del fatto che le due squillo non avevano una gran facilità nel trovare un alloggio per esercitare ‘la professione’. Proprio per questo motivo aveva deciso di fornire il suo, pretendendo però dalle giovani prostitute un affitto di proposito esagerato rispetto a quelle che sono le richieste di mercato. Così facendo , anche lui si sarebbe arricchito con l’attività svolta dalle due venezuelane. Le indagini della Squadra Mobile intanto proseguono per combattere sia il fenomeno della prostituzione ma, soprattutto, quello dello sfruttamento che sembra ormai riuscire a far fruttare denaro anche a chi apparentemente potrebbe sembrare essere estraneo all’attività in sé.