Regalo di Natale col violino di Obiso

Il teatro delle Muse ospita il 20 dicembre il concerto del giovane talento organizzato dagli Amici della Musica

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È uno splendido concerto di Natale quello che gli Amici della Musica ‘Guido Michelli’ di Ancona regalano alla città, con annessi gli auguri di rito. Gli ingredienti? Un programma entusiasmante, impreziosito dalla celeberrima Sinfonia Jupiter di Mozart, un ex enfant prodige che ha mantenuto ampiamente le promesse, il violinista Andrea Obiso, un direttore di talento come Alessandro Cadario e l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, una garanzia. Appuntamento martedì (ore 20.30, info 07152525) alle Muse.

Obiso, lei è il più giovane primo violino dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, e a 12 anni ha debuttato come solista con l’Orchestra Sinfonica Siciliana. Si sentiva un predestinato?

"No, ero solo convinto che quella fosse la strada da fare. E’ la gente a dirti che sei un enfant prodige. Poi, in realtà, è una questione di sacrificio, di continuo studio".

Nel programma c’è il ‘700 di Mozart, il ‘900 di Saint-Saëns, con l’Introduzione e Rondò capriccioso op. 28, e il ‘900 di Prokof’ev, con il Concerto n. 1 op. 19. Una scelta temporale voluta?

"No, anche se è un modo per comparare diversi tipi di scrittura. E’ un programma in cui c’è molto virtuosismo. Forse l’elemento unificatore è proprio Mozart. Quei violini usati come trombe, quasi a voler annunciare qualcosa... La Jupiter è la mia sinfonia preferita di Mozart. E’ dolcezza e gioia. Ma è anche un’opera difficile, complessa, come la Sinfonia n. 40 del resto".

E il concerto di Prokof’ev?

"Dura poco, 23 minuti, ma è estenuante. E’ un gioiello, una riflessione che può toccare qualsiasi aspetto della vita. E’ tragico e dolcissimo, aggressivo e satirico. Sembra un viaggio nel subcosciente, da cui fa uscire le paure e le insicurezze dell’uomo. E’ come se si entrasse in un sogno. Poi si è messi alla prova, quasi perseguitati dalle proprie turbe. Alla fine c’è il momento della razionalizzazione. Il concerto ha una struttura circolare. In esso traspare anche l’ideologia. Eppure è più etereo del Concerto n. 2, che di solito gli è preferito. Per alcuni il secondo ha una struttura più chiara. Per me no".

Meno ‘problematico’ è il brano di Saint-Saëns.

"Quello di Saint-Saëns è puro spirito virtuosistico".

Chi sono i violinisti che l’hanno influenzata di più?

"All’inizio David Ojstrach, poi Boris Belkin, e infine Midori Goto, che mi ha regalato il mio stesso vocabolario musicale, che neanche io conoscevo".

E il compositore preferito, parlando di violino?

"Sono indeciso tra Bach e Scarlatti".

Raimondo Montesi