Rigata l’auto di Bruffa: "Atto di stampo mafioso"

Il vicesindaco di Genga nel mirino: "Chi ha operato vigliaccamente sapeva che ero assente in questo periodo". Sporgerà denuncia al rientro

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di Sara Ferreri

Vandalizzata l’auto del vicesindaco in carica David Bruffa che denuncia: "Ennesimo atto intimidatorio connesso al mio ruolo di amministratore. Un atto di stampo mafioso". Lui il giovane vicesindaco del piccolo Comune di Genga era fuori città ieri quando ha ricevuto le foto della sua auto rigata su entrambe le portiere, probabilmente tramite un punteruolo o comunque un oggetto contundente. Un danno importante, ma a preoccupare il vicesindaco Bruffa più della spesa che dovrà sborsare per sistemare la carrozzeria è il significato del gesto che è stato messo in atto probabilmente di notte. Il giovane vicesindaco della giunta Filipponi aveva lasciato posteggiata l’automobile a Pierosara come al solito dovendo spostarsi fuori città per un breve periodo. Poi ieri il post denuncia con tanto di foto del danno su Facebook: "Mi sono arrivate queste immagini della mia auto parcheggiata a Pierosara. Chi ha operato vigliaccamente, ha agito questa notte (quella tra venerdì e sabato, ndr) con la consapevolezza di quale fosse il veicolo di mia proprietà e della mia assenza in questo periodo a Genga. In verità - aggiunge - non è la prima volta che ricevo intimidazioni connesse al mio ruolo politico-amministrativo: un gesto ignobile di stampo mafioso, testimonianza della difficoltà nel perseguire quella legalità e quel cambiamento culturale e sociale di cui la comunità in cui risiedo, ha disperato bisogno".

Una denuncia pesante che non ha precedenti a memoria d’uomo nella tranquilla comunità di Genga e su cui saranno chiamate a fare chiarezza le forze dell’ordine. Il vicesindaco nei prossimi giorni, una volta rientrato a casa sporgerà denuncia alle forze dell’ordine per arrivare e fermare non solo il responsabile ma anche il clima di odio e sospetti sorto in paese. Dopo il post di ieri mattina il vicesindaco in carica ha incassato molta solidarietà sia via social che al telefono, ma anche tante richieste da parte dei compaesani di fare chiarezza e chiamare i responsabili dell’odioso gesto alle loro responsabilità. Un aiuto importante potrebbero darlo eventuali testimoni o immagini della videosorveglianza che però non sarebbe presente in zona. Lui, la vittima, spiega di avere alcuni sospetti ma di voler attendere le indagini prima di aggiungere altro. Saranno le indagini a fare chiarezza sull’inquietante episodio che a detta del vicesindaco avrebbe dei precedenti di diverso tipo ma ugualmente preoccupanti.