Rogo da Bonetti, una delle porte era aperta

Il particolare emerge dalle indagini dei carabinieri del Ris sullo stato di conservazione di un moncone che finisce tra i reperti chiave

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Incendio Spiaggia Bonetti, tra i reperti che i due consulenti della Procura dovranno analizzare c’è il moncone di una porta che quella notte sarebbe stata aperta invece che chiusa. E’ la porta di accesso alla cucina. L’esperto del Ris di Roma è un brigadiere capo, Giovanni Russolillo, della sessione chimica e esplosivi infiammabili. Dovrà individuare eventuali tracce di liquidi che potrebbero essere stati utilizzati come acceleranti. Dai resti dell’infisso sarebbe emersa questa anomalia, che era aperta e non chiusa. Un particolare che potrebbe voler dire che è stata aperta da qualcuno per buttare dentro qualcosa oppure potrebbe non voler dire nulla.

L’ingegnere esperto di incendi è Gianluigi Guidi, fondatore della Guidi & Partners di Bologna che si occupa di sicurezza di impianti, lavora da tempo come consulente della Procura dorica tanto che si è occupato anche della strage di Corinaldo. Lui dovrà fare la ricostruzione dell’incendio. I due esperti, nominati dal pm Marco Pucilli, lavoreranno insieme. L’affidamento della consulenza partecipata, aperta anche alla parte danneggiata, i Bonetti che sono proprietari dello chalet di Portonovo andato distrutto il 30 maggio scorso (è una Srl dove ci sono madre e figlio), avverrà questa mattina molto probabilmente alla caserma della Montagnola. Poi un sopralluogo a Portonovo per analizzare la scena dell’incendio le cui indagini sono coordinate dal comandante provinciale dei carabinieri, Cristian Carrozza. Al conferimento parteciperà anche l’avvocato della famiglia Bonetti, Riccardo Leonardi, che ha nominato due propri consulenti per seguire le procedure. "La società – dice il legale – non ha nulla nulla da nascondere rispetto all’evento ma è giusto che le indagini siano veloci perché ci sono posti di lavoro da tutelare. La preoccupazione è tutta per i dipendenti". Intanto dalle indagini emergono dei dettagli importanti. Quella notte, attorno alle 4.30, una telecamera dello stabilimento Giacchetti, quella posta sul cancello del parcheggio, ha ripreso un’auto che si sposta in retromarcia dal vialetto che porta da Bonetti. Ancora non è stato possibile risalire alla targa. La vettura sarebbe di colore scuro, forse una Alfa Romeo.

Chi era lì non ha avvisato nessuno dell’incendio che a quell’ora era certamente già in atto visto che la relazione dei vigili del fuoco lo collocherebbe tra l’1.30 e le 2 per come poi è stato trovato tutto distrutto già alle 6.30. Chi era nell’auto potrebbe non aver visto le fiamme o potrebbe averle viste ed essersene andato perché non voleva far sapere dove si trovava. Oppure è qualcuno che c’entra con l’incendio. Attorno alle 4,45 un pescatore uscito dal ricovero delle barche dopo la Torre ha testimoniato di aver visto un fuocherello in spiaggia ma ha pensato che fosse il falò di qualche ragazzo e non ha chiamato nessuno perché non pensava stesse bruciando lo chalet. La Procura per chiudere il caso deve stabilire la causa delle fiamme, o accidentali o dolose. Un altro particolare è emerso. Alle 23.30 c’è stata una interruzione di corrente in zona perché la stazione meteorologica che si trova nello stabilimento ha smesso di funzionare. Ora bisognerà capire quando è tornata.