Sciopero Fabriano, la protesta della città fantasma

Per la prima volta tutte le aziende della grande crisi scendono in strada: «La città fantasma si risollevi"

Una precedente manifestazione dei lavoratori che ha bloccato la Statale a Fabriano

Una precedente manifestazione dei lavoratori che ha bloccato la Statale a Fabriano

Fabriano (Ancona), 11 maggio 2021 - Lo hanno già ribattezzato lo ‘scioperone’, perché a sfilare in strada, come dicono i sindacati, "avremo la Fabriano che vuole rialzare la testa e non ci sta a mettersi in ginocchio di fronte alla crisi e a scelte industriali inaccettabili". Non sarà, insomma, una manifestazione come le altre, perché il valore dell’iniziativa odierna è decisamente forte e simbolico, in particolare se si considerano sia il periodo storico durissimo per il distretto industriale dell’area montana, sia la volontà di includere per la prima volta tutti i lavoratori del comparto dell’elettrodomestico.

Lo sciopero di tre ore, infatti, abbraccerà la totalità delle aziende del distretto del bianco del territorio (Elica, Whirlpool, Ariston, Faber e tante realtà più piccole) per confluire nella protesta in strada dei lavoratori stamane a partire dalle 10. Mezz’ora prima il ritrovo, poi il corteo distanziato che si muoverà per alcune centinaia di metri dalla sede della Jp a quella di Elica, occupando la principale strada di accesso alla città per chi arriva da Ancona.

Partenza, dunque non certo casuale, dall’impresa recentemente dichiarata fallita (per i 537 lavoratori Jp, ex Antonio Merloni, è stata aperta la procedura di mobilità) per arrivare alla sede cittadina di Elica, l’azienda di cappe aspiranti con 409 operai in esubero tra i siti di Mergo e Cerreto d’Esi. Mezza Fabriano in sciopero, dunque, per una manifestazione che coinvolgerà anche le istituzioni, con diversi esponenti politici pronti a partecipare al corteo: tra questi la consigliera regionali M5S Simona Lupini che ha annunciato la sua presenza. "C’è un solo posto – sostiene – in cui la politica deve stare: al fianco dei lavoratori". Peraltro, accogliendo la richiesta del gruppo consiliare del Pd, è stato rinviato il consiglio regionale in programma originariamente per stamane ad Ancona, proprio per favorire la partecipazione di figure istituzionali alla protesta di Fabriano. Presente sicuro il sindaco Gabriele Santarelli che negli ultimi giorni non ha mancato di esternare durissime prese di posizione nei confronti del piano industriale di Elica al punto da parlare di scelte omologabili alla "macelleria sociale nel segno della mera delocalizzazione".

Cgil, Cisl e Uil chiamano a raccolta la cittadinanza per fare fronte compatto a sostegno della levata di scudi dei dipendenti Elica e dell’occupazione in genere: "Questa è una battaglia di tutto un territorio, dove non possiamo permetterci altre pesanti perdite di posti di lavoro".

Non potrà esserci per un impegno programmato da tempo a Perugia il vescovo Francesco Massara che, comunque, esterna tutta la sua vicinanza ai lavoratori in bilico. "In questo momento così difficile per tante famiglie – sottolinea il presule – la Diocesi è vicina a chi soffre e si trova in difficoltà, in particolare attraverso le iniziative della Caritas guidata dal direttore Don Marco Strona legate non solo agli aiuti concreti, ma anche al progetto delle borse lavoro per cercare di favorire il rientro nel ciclo produttivo di chi ne è rimasto ai margini". A proposito di Elica, scende in campo il Mise.

Attraverso il vice ministro allo Sviluppo economico Alessandra Todde, dopo il primo confronto in videoconferenza di inizio mese che ha ribadito posizioni decisamente distanti tra impresa e parti sociali, a breve sono previsti incontri separati per capire se ci sarà un margine di manovra per iniziare prove tecniche di intesa. Proprio il Ministero sarebbe pronto a mettere in campo strumenti compensativi e continuativi sotto forma di ammortizzatori sociali per trovare una soluzione diversa tale da evitare che gli esuberi si trasformino in licenziamenti.