Ancona, i 46 silos saranno abbattuti. Cambia lo skyline della città

A fine 2019 scadono le concessioni: ecco il progetto

Uno dei silos del porto, quello più famoso grazie all’opera dello street artist Blu

Uno dei silos del porto, quello più famoso grazie all’opera dello street artist Blu

Ancona, 29 giugno 2018 - Il volto dello scalo dorico è da sempre in perenne e continua evoluzione ma, ora più che mai, lo skyline dell’area portuale sta per imboccare la via per una nuova trasformazione riguardante quell’area ‘ferma’ dagli anni Sessanta: la ‘zona silos’ che, ormai confermato, è destinata a scomparire per essere poi trasformata in un’area portuale commerciale, termine con il quale viene compreso anche lo scalo passeggeri dunque sinonimo pure di turismo: dunque saranno abbattuti i 46 silos.

«Il 31 dicembre 2019 scade la concessione alla ditta Sicilia Srl e Sai Srl relativa ai 34 silos della prima e i 12 della seconda, con un accordo e un contratto che erano nella concessione rilasciata il primo gennaio 2016. A distanza di 18 mesi dalla scadenza della concessione – ha riferito il presidente dell’Autorità portuale, Rodolfo Giampieri, durante una conferenza stampa tenutasi ieri – l’Ap, nel rispetto degli imprenditori delle imprese, ha comunicato le decisioni sulle destinazioni future di quell’area. La decisione non è stata presa né di pancia né sulle simpatie – ha sottolineato – ma su valutazioni estremamente approfondite di alcuni temi quali: destinazione del piano regolatore; interventi di manutenzione straordinaria non rimandabili su tutti i silos di cui parliamo; i traffici e il trend dell’ultimo trienno 2015-2018, il quadro generale cerealicolo nazionale con particolare riferimento ai porti dell’Adriatico; la compatibilità delle strutture con quanto gli è vicino come la mole del Vanvitelli, il tessuto urbano degli Archi senza ovviamente tralasciare quelli che saranno i risvolti occupazionali». Tutto rientra «nel recupero progressivo del rapporto tra porto e città, che deve consolidarsi sempre di più – ha proseguito Giampieri – Il rafforzamento della parte commerciale, che naturalmente è strategicamente fondamentale per uno scalo internazionale come quello di Ancona, vede come obiettivo più importante quello di creare nuovi posti di lavoro. Siamo dentro ad una trasformazione che vuol dire anche razionalizzazione della nostra realtà portuale, e assicuro che c’è un impegno molto forte da parte di tutti».

Sono diversi gli elementi presi in considerazione dal Comitato di gestione per esprimere la valutazione, come la razionalizzazione e vocazione degli spazi portuali. «In primis – ha detto Giampieri – è stata valutata l’esigenza complessiva dello scalo di disporre di spazi adeguati e sufficientemente dimensionati per sviluppare le tipologie di traffico che caratterizzano lo scalo. Questa esigenza troverà una risposta nel prossimo Piano regolatore portuale che dovrà tenere conto anche del nuovo dinamismo rispetto alla trattativa sull’area ex Bunge, ulteriori 49mila metri quadri (oltre ai 33mila dei silos) di area industriale dismessa, strategicamente importante in un porto alla continua ricerca di spazi». Per ciò che concerne le previsioni, «il Piano regolatore comunale – ha aggiunto il Segretario generale Ap, Matteo Paroli – prevede la demolizione dei silos, che nel frattempo possono essere solo oggetto di interventi di manutenzione e conservazione per una stima di circa 7 milioni di euro». Da parte dell’Adsp, l’impegno a formare e ricollocare, insieme alle parti sociali, le 12 persone occupate nei silos e quelle impiegate nell’indotto.